Romanelli in mostra a 100 anni dalla sua nascita
Si inaugura sabato 22 ottobre, alle 18, la mostra “Vincenzo Romanelli 22.10.22” all’Aab in occasione del centenario della nascita dell’artista.
Vincenzo Romanelli ha tenuto una mostra all’AAB in occasione dei suoi 80 anni e poi un’altra per i suoi 90 anni. Ora l’artista è scomparso, ma la famiglia vuole ricordarlo a cent’anni dalla nascita.
“Questa mostra dei cento anni – scrivono i familiari nel catalogo - non vuol essere commemorativa di un artista che non c’è più. Vuol essere anzi un inno alla vita e alla voglia di vivere di un uomo che, anche in tarda età, ha continuato a fare progetti, ad imparare, ad innovarsi. In ultimo, aveva come obiettivo la mostra dei cento anni. ‘Se io non ci sarò, dovete organizzarla voi!’, ci diceva. E così è stato”.
Vincenzo Romanelli, nato a Brescia e poi trasferitosi a Trani con la famiglia, dopo gli studi ha affiancato l’attività lavorativa a quella artistica, coltivando la passione per il disegno, nutrita fin dall’infanzia. L’interesse per la pittura lo ha impegnato sempre di più, da autodidatta prima e con i corsi alla scuola della Associazione Artisti Bresciani in seguito; la prima mostra a Verona nel 1958 e poi tante altre negli anni ’60-’70. Dopo un periodo di rallentamento, agli inizi degli anni Novanta, ha ricominciato a dipingere con continuità, coltivando l'interesse per l’arte e i suoi mutamenti.
Dal punto di vista espressivo, nel suo saggio critico Mauro Corradini rileva che: “… nonostante un percorso non lineare, fatto di accelerazioni e silenzi e pause, Vincenzo emerge e si offre con la mano “felice” che sa portarlo dove vuole e lo aiuta a trascrivere un mondo che lentamente viene prendendo forma. Nella pittura che si affina, la sua mano si fa più libera; emergono modalità espressive che hanno il senso di una nuova figurazione, tra un realismo, a volte un po’ retorico, e un astrattismo mentale; la sua pittura cresce sempre più chiaramente verso un mondo interiore che si alimenta con la presenza diffusa di nuove iconografie”.
La mostra tocca per punti l’intera opera di Romanelli, soffermandosi sul paesaggio, soggetto a lui molto caro, per giungere, come sottolineato da Massimo Tedeschi, agli “ultimi commoventi lavori realizzati con fil di ferro ritorto hanno il sapore dell’urlo grafico, della riduzione drammatica del tutto a una linea continua. Quasi un messaggio che Romanelli - da qualche luogo imperscrutabile e misterioso - continua a consegnarci, attraverso le sue opere.”
Si può visitare la mostra fino al 2 novembre dal martedì alla domenica con orario 16 – 19.30.