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di MASSIMO VENTURELLI 15 nov 2018 10:37

Riscoprire il genio di Saleri

La 21ª mostra (con relativa monografia) della Fondazione Martino Dolci dedicata all'artista scomparso il 4 maggio 2014. La mostra, che rientra nel programma di “Sei al Martinengo” sarà visitabile tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19.

Ventuno monografie, ventuno mostre per certificare l’impegno che sin dalla sua nascita è stata la “mission” della Fondazione Martino Dolci di Brescia: far conoscere e valorizzare tanti artisti bresciani ingiustamente “sacrificati” alle ragioni di una critica mai generosa con l’arte di casa. Si iscrivono in questo orizzonte la pubblicazione della monografia “Gabriele Saleri” e la mostra che Palazzo Martinengo ospitata dal 17 novembre al 9 dicembre prossimo su iniziativa della Fondazione Martino Dolci.

Disegno. Gabriele Saleri nasce a Bagnolo Mella il 30 ottobre del 1927 con la pittura nel sangue: gli riesce facile rappresentare la realtà tramite il disegno e, a soli quattordici anni, inizia a realizzare opere di grande qualità tutt’oggi apprezzabili come i ritratti dei familiari. Dopo aver intrapreso l’attività come autodidatta, successivamente per perfezionarsi frequenta gli studi dei pittori Giuseppe Marengoni, Giuseppe Mozzoni, Emilio Rizzi ed Emilio Pasini. Particolarmente apprezzato come ritrattista, non disdegna le opere di contenuto religioso. Nel corso della sua carriera Gabirle Saleri è chiamato a realizzare numerose pale d’altare, vetrate e altre opere ancora oggi visibili in edifici religiosi, non solamente bresciani. Fra le tante si ricordano il Sant’Apollonio per la chiesa parrocchiale di Lumezzane, il grande quadro di Annunciata Cocchetti, fondatrice delle suore Dorotee di Cemmo, conservato in Cattedrale a Brescia dopo l’esposizione sulla facciata di San Pietro nel Vaticano in occasione della beatificazione della santa nel 1991 e, ancora il ritratto di Giuseoppe Tovini.

Opere. Centoventi sono le opere che saranno esposte a Palazzo Martinengo, in un’espozione che ripercorre, attraverso diverse sezioni, il percorso artistico di Gabriele Saleri, un artista, come ha ricordato Eugenio Busi, presidente della Fondazione Dolci, merita un’attenzione che va ben oltre gli stretti ambiti provinciali in cui per troppo tempo è stato relegato da una critica che non ha saputo o non ha voluto riconoscere all’artista quella dignità internazionale che invece, per la sue capacità, avrebbe meritato. Gabriele Saleri, come si comprende anche dalla monografica curata da Marcello Zane, è stato l’artista che più di ogni altro è stato capace di influire sull’immaginario di una società come quella bresciana in rapida evoluzione dopo la Seconda Guerra Mondiale. A poco più di quattro anni dalla morte, (avvenuta il 4 maggio 2014) grazie alla determinazione della Fondazione Dolci viene restituita all’artista bresciano parte di quei riconoscimenti che non ebbe nel corso della sua vita.

MASSIMO VENTURELLI 15 nov 2018 10:37