Raccolta per salvare la casa di Tolkien
Un progetto da oltre 6 milioni di dollari. Un progetto che fa sognare che si basa su una raccolta fondi volontaria attraverso internet. La durata è di soli tre mesi. L’obiettivo: comprare casa.
Chissà se i muri potessero parlare! Forse potrebbero raccontare notti insonni, voci concitate, profumo di tabacco da pipa, risate, preghiere sussurrate… e poi qualcosa della magia finita nelle pagine de Lo hobbit e de Il Signore degli Anelli.
Comprare casa e non solo. C’è una casa, nei pressi di Oxford, le cui mura racconterebbero probabilmente molti segreti che sono stati resi accessibili dalle pubblicazioni, anche postume, delle opere di J.R.R. Tolkien. Nella sua vita l’inventore degli hobbit traslocò in diverse dimore, tra queste quella al numero 20 di Northmoor road a Oxford.
Il progetto Northmoor si prefigge proprio l’obiettivo di acquistare la dimora che ospitò Tolkien dal 1930 al 1947 (anni in cui scrisse Lo Hobbit e parte de Il Signore degli Anelli) finita in vendita e non facente parte del patrimonio degli eredi del professore e gestita dalla società che protegge e tutela i diritti di Tolkien la Tolkien Estate. Il progetto è slegato anche da altre realtà tolkieniane come la Tolkien society ma è fortemente sostenuto da volti noti e legati, a loro modo, alle opere di Tolkien. Ecco che a spiegare l’iniziativa di questi giorni sul sito del progetto (www.projectnortjmoor.org) accanto alla frase “Puoi contribuire a creare il primo centro al mondo dedicato a Tolkien” compare un video in cui Ian McKellen, John Rhys-Davies e Martin Freeman, rispettivamente Gandalf, Gimli e Bilbo nelle trilogie cinematografiche firmate da Peter Jackson, raccontano il progetto e il loro sostegno alla causa. Con loro anche Annie Lennox, che ha scritto e interpretato il brano Into the west per Il ritorno del re cinematografico, l’attore Derek Jacobi e la scrittrice Julia Golding che tira le file del progetto.
Si può donare dal sito. Non ci sono cifre stabilite. La casa non sarà un museo, perché non si può per il piano regolatore, ma una sorta di luogo di ispirazione, promozione culturale e anche casa di ospitalità (bed and breakfast. Si pensi alla casa di Lewis che propone qualcosa di simile) con ristrutturazione per riportarla al tempo di Tolkien e zone a tema. Tutto in divenire. Se non si dovessero raccogliere i fondi necessari, le donazioni non saranno rese ma l’ente di beneficienza li userà per realizzare iniziative culturali nei dintorni di Oxford. Il conto alla rovescia è cominciato e la raccolta pure.