Paolo VI, il Santo da scoprire
All’interno del ciclo “Storie Bresciane”, sabato 16 novembre alle 10.30 al Teatro Sociale Andrea Riccardi parla del magistero di Montini
“Paolo VI, il santo”. La vita e il magistero di Giovanni Battista Montini nelle parole dello storico Andrea Riccardi. Il primo appuntamento con “Storie Bresciane” (il ciclo di incontri promosso da Centro Teatrale Bresciano e Centro Studi Rsi) è in programma sabato 16 novembre alle ore 10.30 al Teatro Sociale di Brescia (via F. Cavallotti 20). Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, sarà il protagonista della lezione dedicata al racconto della vita e del magistero di Giovanni Battista Montini; avrà il compito di delinearne il profilo personale e politico. Accanto a lui, sul palcoscenico, l’attrice Franca Nuti leggerà alcuni documenti e testi scritti da Paolo VI.
Prof. Riccardi, a un anno dalla canonizzazione di Montini, cosa dobbiamo ancora riscoprire?
È difficile comprendere la figura di Montini. Montini non è un “santino”, è un uomo di grande complessità, un uomo di fine intelligenza, un riformista graduale che nella sua vita ha pensato di cambiare le cose ma senza strappi e nella mediazione. La sua fu una santità del governo, del servizio, del cambiamento più che solo una testimonianza personale. Tutto questo si vide con grande forza nel Pontificato in cui quest’uomo resse, con grande sofferenza, momenti difficili sia per il mondo sia per la Chiesa. E qui c’è anche la figura del Papa contestato ma che non cedette. Era un grande uomo di fede e di profonda spiritualità, ma aveva anche tanti aspetti laici.
Lo ricordiamo anche per il Concilio, oggi per certi versi ancora disatteso...
Montini fu l’architetto del Concilio. Quando fu eletto Papa, il Concilio aveva fatto solo una sessione. Lui arrivò alla conclusione. Fu l’architetto della recezione del Concilio. Bisogna tornare sui suoi testi e sul suo pensiero conciliare.
C’è un testo al quale si sente più legato?
L’Ecclesiam suam è il programma di Montini: dialogo, dialogo, dialogo… Parlando di dialogo, parla anche dell’identità della Chiesa.
Cosa direbbe oggi Montini della situazione politica?
Sembrano lontani i tempi di Montini, della Democrazia Cristiana e della Guerra Fredda. Fu il Papa che intraprese una politica di dialogo con i regimi comunisti dell’Est per salvare il salvabile. Il pensiero di Montini ha ancora molto da dire. Riprendiamo la Populorum Progressio dove parla del corso di civiltà e di religioni. C’è una grande idea dell’unità del genere umano che lui ricercava anche con i suoi viaggi e i suoi tanti incontri. Come avrebbe detto La Pira, aveva l’idea che il mondo entrava in un’età negoziale, un’età in cui si deve negoziare altrimente si finisce nei conflitti.
Da storico, su quale aspetto dovremmo concentrare la nostra ricerca?
Dovremmo riprendere il suo periodo in Segreteria di Stato accanto a Pio XI e Pio XII. Sappiamo solo in parte quale è stata la sua influenza.