Pamela Villoresi nel castello di Teresa
In occasione del 5° anniversario della nascita della mistica spagnola, i carmelitani hanno lavorato con l’attrice toscana che il 17 sarà ad Adro, il 18 a Brescia e il 19 a Breno
“Rimasi folgorata – prosegue – da una statua che era stata posta all’inizio del paese. Raffigurava una donna forte e solare, santa Teresa appunto, riprodotta però in un modo insolito per l’iconografia cattolica”. Una folgorazione che, tornata a Roma, spinse Pamela Villoresi a leggere tutto quanto riusciva a trovare sulla figura di quella donna. La prima lettura fu “Teresa d’Avila”, un libro molto laico di Rosa Rossi, una grande ispanista, che aveva appunto scritto una biografia della santa spagnola. “La vicenda di una donna nata 500 anni fa, capace di determinare il suo destino, con una carriera mistica che abbracciò senza, per altro, esservi obbligata, e che la portò a contatto con ambienti allora abbastanza corrotti – continua l’appassionato racconto del suo incontro con Santa Teresa – tanto da decidere di riformare il Carmelo, di riportarlo al rigore, alla coerenza della sua regola originaria, sfidando i suoi superiori che la sottoposero a due processi della Santa inquisizione, mi era entrata dentro”. Pamela Villoresi legge anche il “Castello interiore”, in cui la mistica racconta il suo percorso. “Lo lessi – prosegue nel suo racconto – e subito nacque in me l’idea di farne uno spettacolo. La gestazione però è stata lunga 20 anni. Un po’ perché i produttori non credevano in un’operazione che aveva una marcata impronta religiosa, un po’ perché non trovavo chi potesse trasformare questi pensieri di Teresa d’Avila in un testo teatrale”. E sì che gli scrittori coinvolti non sono certo di secondo piano... “Vargas Llosa – racconta l’attrice – che avevo contattato, dopo un primo sì, decise di presentarsi alle elezioni presidenziali in Perù e rinunciò al progetto. Anni dopo mi scrisse confessando la inadeguatezza ad affrontare temi tanto alti”. Anche Mario Luzi, legato alla Villoresi da profondi legami di amicizia, sembra arrendersi davanti a un compito che sembra arduo e dopo un anno di studio chiama l’amica. “Davanti a Teresa d’Avila – l’ammissione del poeta all’attrice – mi casca la penna di mano”. Anche Alda Merini si cimentò con il tentativo di tradurre in un testo teatrale il pensiero di Teresa d’Avila. “Ma era già sofferente – ricorda – e mi consegnò una poesia sulla mistica che conservo gelosamente”. Due anni fa, poi, l’invito dei Carmelitani di Brescia, di padre Antonio Sicari e di padre Fabio Silvestri (“il vero angelo custode del progetto”, ammette Pamela Villoresi). “Mi hanno spinta a riprendere questo percorso – ammette – anche in vista del quinto centenario della nascita di Santa Teresa”. L’attrice ha chiesto la collaborazione del drammaturgo Michele di Martino che per due anni si è incontrato a più riprese con i carmelitani di Brescia. “A volte ho avuto la fortuna di partecipare a questo incontri – racconta ancora Pamela Villoresi –. Sono state occcasioni meravigliose, con scarti di pensiero straordinari.
Tutto questo ha prodotto un testo esattamente come l’avevo immaginato”. Così è nato “Un castello nel cuore”, un percorso teatrale in sette tappe che conducono all’esperienza centrale nella vita di Santa Teresa, quella del matrimonio mistico. “I Carmelitani – spiega l’attrice – ci hanno fornito tutti i supporti utili a rendere al meglio tutte le fasi del percorso di Teresa”. Nessun aspetto della sua vita e del suo misticismo è stato dimenticato. “Teresa – continua Pamela Villoresi – teneva moltissimo non solo al fatto che le suore imparassero a cantare e a suonare, tanto che ancora oggi la vita dei conventi è scandita da tante ore dedicate al canto e alla musica. Nello spettacolo è presente anche questa componente”. Così come è presente per accompagnare lo spettatore anche il rimando all’iconografia dedicata a Santa Teresa. “Ci sono immagini e momenti plastici – sono alcune anticipazioni – che rimandano all’attenzione che l’arte ha dedicato a questa donna straordinaria”. Pamela Villoresi porterà in scena un bellissimo mantello in seta che rimanda immediatamente alle morbidezza che fu capace di dare al marmo il Bernini nella sua “Estasi”. “Si tratta di dettagli – racconta ancora a ‘Voce’ Pamela Villoresi – a cui abbiamo prestato grande attenzione perché speriamo che la nostra possa essere una proposta apprezzata anche da quella parte di pubblico agnostico, e che in un’ora e dieci minuti, questa la durata, consenta di farsi un’idea della statura di Santa Teresa d’Avila, donna straordinaria vissuta 500 anni fa”.
“Un castello nel cuore. Teresa d’Avila” ha debuttato il 28 marzo scorso a Roma, proprio nella chiesa di Santa Maria della Vittoria in cui è conservato il capolavoro del Bernini ed è stato poi replicato nell’aula magna del palazzo della Cancelleria con una straordinaria partecipazione di pubblico. “Sì, – ammette l’attrice – è stata veramente una sorpresa, anche perché si è trattato di un pubblico estremamente eterogeneo: appassionati di teatro, ma anche tanti religiosi che hanno potuto apprezzare ancora di più la figura della mistica”.
Dopo le “prove” romane, “Un castello nel cuore” arriva a Brescia. Il 17 aprile viene proposto all’istituto Madonna della Neve di Adro (per gli studenti in mattinata e alle 20.30 per il pubblico); sabato 18, alle 20.30, viene proposto, su iniziativa del Movimento ecclesiale carmelitano, in Duomo vecchio, e il 19, sempre alle 20.30, al teatro delle Ali di Breno.
M.VENTURELLI
17 apr 2015 00:00