Pagine difficili della Bibbia
“Non capite ancora? Pagine difficili della Bibbia” è l’ultimo libro, edizioni Ancora, di mons. Mauro Orsatti, che ha all’attivo più di 30 volumi
Il nutrito catalogo del prof. Orsatti (oltre 30 libri) si arricchisce con il volume “Non capite ancora? Pagine difficili della Bibbia”, per aiutare a leggere la Bibbia con la testa e con il cuore. Non si può comprendere la Bibbia senza una minima conoscenza di storia e di geografia. Perciò il libro si apre con un Prospetto storico-letterario, offrendo “alcune tabelle che hanno il duplice vantaggio di sintetizzare i periodi essenziali della storia e di indicare i libri biblici a essi corrispondenti in linea di massima”. Strettamente legata alla storia è la geografia. Ecco allora alcuni Elementi di geografia biblica, con alcuni dati sul Paese, sul clima con il problema dell’acqua, sul deserto e pastorizia, su Gerusalemme, la Città Santa, cuore di Israele. Dopo questo essenziale quadro di riferimento, il lettore può addentrarsi nel vivo del tema.
Oltre le apparenze. Il primo capitolo, intitolato Oltre le apparenze, continua l’esplorazione di alcune pagine difficili, come lo sconcertante atteggiamento di Gesù che pretende da un fico frutti fuori stagione, e non trovandoli, lo maledice (Mc 11, 12-25). Con un approfondimento l’autore offre un aiuto per un’interpretazione meno inquietante e più accettabile. Occorre inserire l’episodio nel contesto e capire che Gesù si serve di questo “strano” comportamento per dare una lezione ai capi religiosi che producevano solo “foglie senza frutti”: “Non ci possono essere tempi senza frutti. Chi non produce è destinato a seccarsi. Chi lascia inaridire in sé la vita, non è più degno di occupare il terreno e deve essere estirpato come il fico sterile [...]. Se per il fico è secondo natura avere una stagione fruttuosa e una infruttuosa, nella vita religiosa dell’uomo una stagione senza frutti o di pura formalità esteriore non è ammissibile [...]. Il fico insegna. Una corretta conclusione non dovrebbe portarci a commentare: “Povero fico!”, bensì: “Poveri noi!”, se manteniamo una condotta di sterilità”. Nell’ultima parte del primo capitolo incontriamo una breve serie di salmi che gli studiosi chiamano imprecatori: “Come lascia intendere facilmente la qualifica, il loro contenuto, anziché essere preghiera, suona come imprecazione, arrivando quasi alla frontiera della bestemmia. Eppure, dovremmo terminarli, come ogni altra pagina biblica, con la formula: Parola di Dio. Non sarà facile e qualcuno potrebbe arrivare alla perentoria conclusione: “Impossibile!”. Sono trascritti i salmi 58(57), 83(82), 109(108), 1-15, 137(136), mettendo in grassetto le frasi “più inquietanti”. Un breve commento è riservato solo al salmo 137(136), mostrando che “con lavoro certosino si può arrivare non solo alla migliore comprensione di certi salmi, ma addirittura ad apprezzarli per il loro sanguigno esprimersi e più ancora per la loro risoluta fiducia posta in Colui che può tutto, anche ribaltare situazioni umanamente senza via d’uscita”.
Esagerazione. Il secondo capitolo Esagerazione o iperbole: maneggiare con cura tratta quello che il titolo lascia facilmente intendere. Si spiega che cosa sia l’iperbole e poi si individuano alcuni passi che la contengono, per aiutare il lettore alla retta comprensione del significato che non raramente diverge dal senso letterale delle parole. Scrive l’autore: a scopo illustrativo proponiamo alcuni esempi: la plebiscitaria risposta della gente alla predicazione e al battesimo di Giovanni Battista (Mc 1, 4-5), l’accoglienza generosa dei cristiani di Tessalonica del vangelo di Paolo e la loro vivace attività missionaria (1Ts 1, 6-8), la disponibilità di Paolo alla perdizione pur di salvare il suo popolo (Rm 9, 1-5), la parabola dei talenti con la consegna di un enorme capitale (Mt 25, 14-30). In tutti questi casi – continua il prof. Orsatti –, sarà facile leggere espressioni iperboliche, la cui sicura identificazione e corretta interpretazione saranno indispensabili per la comprensione del testo biblico”. Questa la metodologia seguita: è presentato il brano biblico, sono elencati possibili interrogativi che possono insorgere nel lettore, segue un breve commento che cerca di spiegare il vero significato delle espressioni.
Soluzioni spicciole. Il terzo capitolo, l’ultimo e il più ampio, porta il titolo Soluzioni spicciole. In esso sono esaminate nell’ordine alcune difficoltà culturali, lessicali o linguistiche e teologiche. Per la prima categoria, sono proposti esempi paradigmatici, sia dell’Antico sia del Nuovo Testamento: Lc 10, 3-4: evitare il saluto per strada; Gn 15, 7-19: antichi rituali: il patto siglato da Dio con Abramo; Mt 1, 18.20-21 e Lc 1, 26-27.34: il matrimonio ebraico di Giuseppe e Maria; Ez 34, 1-16.23-25.31e Gv 10, 11-16: pastore, pecore, gregge. Per le difficoltà lessicali o linguistiche, sono proposti alcuni esempi di lessico e di espressioni, come conoscere, verità, odiare, servo, ira di Dio, timore (di Dio), nome, siamo figli del peccato, diventare come bambini, il passivo divino, seguendo sempre lo stesso schema visto sopra. Alla fine ammette umilmente: “Non abbiamo avuto la presunzione di esaminare tutte le ‘pagine difficili della Bibbia’, né di aver esaurito la conoscenza di quelle prese in considerazione [...]. Alla fine del percorso i lettori giudicheranno se quell’aggettivo difficili è rimasto come un muro impenetrabile, forse maggiormente ispessito, oppure se ha mostrato delle crepe, lasciando filtrare il raggio di qualche illuminante spiegazione”. Mons. Orsatti ci ha offerto ancora una volta uno strumento idoneo per continuare a esplorare, approfondire e gustare il contenuto della Parola di Dio anche attraverso pagine difficili.