Open Theatre: proposta trasversale e leggera
Open Theatre Festival è un appuntamento targato "Minima Teatro" giunto alla sua terza edizione. Oggi il progetto, che ha ottenuto il patrocinio del Comune di Brescia - Assessorato alla Cultura, si propone come momento aggregativo, oltre che di contatto umano e culturale dove una compagnia, la cui cifra stilistica è sempre quella di grande energia, fisicità pronunciata e coinvolgimento del pubblico a livello esperienziale, porta al pubblico testi del panorama teatrale autoriale, ma riletti in chiave dinamica e cinematografica.
Il tema di quest’anno è la leggerezza. Una leggerezza che fa uscire dal momento difficile degli ultimi due anni, e una leggerezza ritrovata del poter finalmente – a poco a poco – abbandonare barriere e divisioni. Brescia è una città in evoluzione, nonostante ciò manca ancora una proposta di teatralità trasversale che permetta di sfruttare il patrimonio architettonico all’aperto in maniera chiara e con un progetto forte, ripetibile e che possa trasformarsi in occasione attrattiva anche per i paesi vicini. Ecco perchè "Minima Teatro" ha scelto l’Arena del Parco Castelli di Brescia, con l’intento di rivalutare una struttura urbana in relazione alla performance teatrale ponendo il pubblico al centro dell’azione scenica.
Dall'1 al 4 settembre, gli spettacoli si svolgeranno dalle 20.45 alle 23. Le prime due serate del festival saranno dedicate ad uno spettacolo storico della compagnia: “La Locandiera” di Carlo Goldoni, regia di Fabio Boverio. Uno spettacolo in cui generi e strumenti teatrali si innestano gli uni sugli altri in un’atmosfera scanzonata e dichiaratamente “teatrale”, dal ritmo serrato e nel segno di una intensa fisicità. Si prosegue poi la terza serata con una proposta dedicata alle famiglie: “Peter (Pan)”. Tratto dalla famosissima opera di James M. Barrie e con la regia di Davide Rustioni, lo spettacolo nasce per raccontare che anche quando si diventa grandi si può ancora avere fantasia, che i pensieri felici che fanno volare resteranno con noi tutta la vita. L’ultima serata del Festival è dedicata all’avanguardia e alla leggerezza con “Cechov: serata in tre atti” con la regia di Fabio Boverio. Cechov è “quello dei drammi impegnati” e borghesi. Accanto a questo Anton Cechov ce n’è un altro, che ha scritto atti unici divertenti, frizzanti e spensierati che parlano della follia delle relazioni, dell’amore, del matrimonio e del lavoro in modo leggero e ironico, smascherandone atteggiamenti e posture. Viene così a crearsi un mondo allucinato e folle, che richiama le commedie più leggere e frizzanti di Goldoni e la leggerezza del teatro dell’assurdo.