Loro e (D)io
Marco Rizzonato rivede il proprio percorso di fede nei personaggi dell'Antico Testamento in un libro, come testimonia il titolo, aperto al Noi
Il libro “loro e(D) io” nasce da una richiesta che alcuni amici dell’autore gli hanno fatto. Marco Rizzonato ha vissuto gran parte della sua vita, 37 anni, da religioso laico al servizio delle persone più povere. In questi 37 anni di storia ha vissuto momenti difficili, ma anche momenti creativi, che hanno visto nascere dalle sue mani progetti che hanno generato del bene, in particolare nei confronti delle persone con disabilità ed in detenzione. L’autore, di fronte alla provocazione, decide di non voler scrivere, fa un primo tentativo, ma non è contento. Un giorno gli viene un’idea: quella di "incontrare" alcuni personaggi dell’Antico Testamento e conoscerne la loro storia. Ne sceglie alcuni che gli sono sembrati più vicini, così inizia un lungo lavoro di conoscenza delle figure di Abramo, Mosè, Giacobbe, Giobbe, Noemi, Rut e infine Osea. L’autore, incontrando questi personaggi, ha scoperto che il loro rapporto con Dio non era diverso da quello che viveva lui, le stesse difficoltà, gli stessi percorsi di vita, solo il contesto era diverso. Scopre dopo questo lungo lavoro di conoscenza che la preoccupazione di questi personaggi era una sola. Così decide di scrivere questo libro come un racconto non solo della sua vita, ma anche di questi personaggi, come se stessero davanti a lui e confrontandoli la propria vita.
Nella prefazione Paola Rivetta, giornalista del TG5, scrive che già il titolo è rivoluzionario ,“LORO E(D)IO”. Mette un “loro”, l’altro, prima dell’io, prima del sé. Perché la chiave è il Noi. Rivoluzionario come lo è il cammino di Fratel Marco. Eroico testimone di un Amore più alto in una società sempre più distratta, veloce, avida di successi che si consumano superbamente nella scarna condivisione di un selfie. Ritratti autocelebrativi, estemporanei spaccati di esistenze consumate nella spasmodica ricerca di un click, di un like. Un mi piace-non mi piace implacabile perché porta in sé lo stigma del fallimento. Niente può spegnere la giornata quanto un dislike senza appello. Imperdonabile e disperante imperfezione in un tempo che rifiuta fragilità, dolore, morte. È in questo spazio angusto, in questa piega strappata dell’anima, in un’immagine deformata della sofferenza, che si deve trovare la forza di uscire dalla tenda nel buio della notte dove il Signore ci mostra le stelle del cielo. Riparte da qui la riflessione di Fratel Marco che medita e riattraversa le figure bibliche di Abramo, Isacco, Giacobbe, Giobbe e Mosé. Si confronta faccia a faccia con “loro”, i padri della fede, le pietre del Vecchio Testamento, vite vibranti di energia, capaci di parlare al nostro tempo. “Dio non ha bisogno della mia perfezione, non sa che farsene” - scrive Fratel Marco - “ma può fare grandi cose con le mie debolezze, le mie molte imperfezioni. Il Padre non agisce mai da solo, ma ha bisogno di noi per realizzare i suoi progetti. Non è sempre facile riconoscere i progetti di Dio su di noi, bisogna lasciarsi andare, ascoltare, nel silenzio. Abbandonarsi all’amore”. Il libro è una passione per la vita e per gli altri. Oggi l’autore non è più presente al Cottolengo, ha fatto da qualche mese una scelta diversa, ma sempre dedicata agli altri. Egli considera questo momento una seconda chiamata da parte di quel Dio che l’ha scelto molti anni fa. Oggi c’è bisogno di speranza nella nostra società e questo libro vuole far sperare in un futuro migliore.
Il libro è edito dalla casa editrice Pathos, una casa editrice giovane che ha accettato la sfida di essere attenta gli altri.