Lo zoo di vetro al Santa Chiara
Il dramma di Tennessee Williams tocca svariati temi: dalla solitudine alla diversità, dalla frustrazione alla bellezza e all’amore, dallo scontro generazionale alle aspettative mancate e a quelle ancora attese
Due repliche, il 23 e 24 aprile (alle 20.30) al teatro Santa Chiara-Mina Mezzadri, per “Lo zoo di vetro” di Tennessee Williams. La piece, che viene presentata per concessione della University of the South, Sewanee, Tennessee, è un’ opera di rara delicatezza poetica, di simbolica visionarietà e d’innovazione letteraria, Lo zoo di vetro presenta, come rinchiusi in un serraglio delicatissimo, ma d’infrangibile sostanza, quattro “personaggi della memoria”: l’inquieto Tom, simbolico alter ego di Tennessee Williams, sua sorella Laura, una ragazza timida e dolente, la madre Amanda – energica, tenera ed eccessiva al tempo stesso nel rapporto coi figli – e Jim, un collega di Tom, giovanotto in visita o forse “quel qualcosa da lungo atteso ma sempre rinviato per il quale viviamo”. Lo zoo di vetro è un dramma dalle fortissime connotazioni autobiografiche, che all’interno di un nucleo familiare in bilico tra disperazione e speranza tocca svariati temi, dalla solitudine alla diversità, dalla frustrazione alla bellezza e all’amore, dallo scontro generazionale alle aspettative mancate e a quelle ancora attese. La compagnia Slowmachine, giovane e già affermata realtà teatrale guidata dalla bresciana Elena Strada e dal regista Rajeev Badhan, dà nuova vita a questo classico contemporaneo, con il contributo di un’attrice di grande bravura come Giuseppina Turra. Un allestimento originale che attraverso l’uso di videoproiezioni trasporta lo spettatore all’interno dell’universo soggettivo dei personaggi, nello spazio fragile e sospeso dei ricordi e della fantasia.
“Lo zoo di vetro” è inserito nella rassegna “Sacre famiglie” che il Ctb ha dedicato al mutamento in corso nella definizione dei ruoli e dei rapporti all’interno della famiglia e al ruolo stesso della famiglia in relazione alla società. Altre informazioni sullo spettacolo, prodotto da Slowmachine, su www.centroteatralebresciano.it.