Lo sguardo aperto
La rassegna nazionale “Lo sguardo aperto. Segni di misericordia nel cinema, nel teatro e nella cultura” fa tappa in otto Sale della comunità bresciane
Un Giubileo diffuso con il sapore del cinema e del teatro per comunicare a tutti la misericordia e per ritrovarne la grazia in tutte le vicende umane. È lo spirito che muove “Lo sguardo aperto. Segni di misericordia nel cinema, nel teatro e nella cultura”: l’iniziativa promossa dall’Acec (Associazione cattolica esercenti cinema), in collaborazione con la Fondazione Comunicazione e Cultura della Cei e l’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni Sociali in concomitanza con la conclusione dell’anno giubilare. Ne abbiamo parlato con Elisa Lancini, responsabile dell’Acec Brescia.
Sul territorio nazionale sono 60 le Sale della comunità che hanno aderito all’iniziativa. Quante sono le realtà coinvolte dall’Acec Brescia?
Ogni anno aderiamo con entusiasmo all’iniziativa proposta da Acec, in particolare perché ci permette di fare una programmazione condivisa con le sale. Quest’anno hanno aderito otto sale del nostro circuito, ognuna con almeno due appuntamenti. La scelta di posizionare questa rassegna alla fine dell’anno giubilare ci ha permesso di analizzare una serie di titoli che riportano chiavi di lettura differenti del tema. Per la scelta abbiamo preso spunto dalla recente pubblicazione “Lo sguardo aperto. Dieci film sulla misericordia” e abbiamo costruito un calendario che si sviluppa nei mesi di ottobre e novembre. L’ambito lavorativo, il tema del perdono, i protagonisti religiosi e le fragilità dei legami famigliari saranno alcuni dei temi proposti. Molte proiezioni saranno accompagnate da Matteo Asti, da don Adriano Bianchi e da altri testimoni provenienti dalle comunità che ospitano la rassegna.
Come si configura il rapporto con Corpus Hominis?
Per il secondo anno consecutivo la rassegna promossa dall’Acec incrocia il progetto “Cinema di quartiere” di Corpus Hominis. L’azione prevede il coinvolgimento delle sale cittadine attraverso la proposta cinematografica. Quest’anno, per “Lo sguardo aperto”, le sale della comunità coinvolte sono solamente quelle digitalizzate (Cinema Sereno e Cinema Santa Giulia) ma il progetto ha l’intenzione per la terza annualità di Corpus Hominis di aprire la proposta anche alle Sale della comunità fuori dal circuito cinematografico perché ospitino un film della rassegna. Prevediamo di presentare una nuova rassegna in primavera.
Quest’anno la rassegna incrocia anche la circuitazione dei Teatri del Sacro, cosa ospiterete?
Abbiamo scelto di ospitare per tre date lo spettacolo “Caino Royale”, dislocando la proposta in territori differenti. La storia è quella di Caino e Abele ma riletta in una girandola di personaggi e situazioni surreali, tra canzoni e gag, i nostri eroi si interrogano se sia possibile cambiare le sorti della loro storia e forse della storia intera. E ingaggiano tra loro un gioco di odio e amore che non ha fine. La regia è di Rita Peluso, lo spettacolo è vincitore della IV edizione de “I Teatri del Sacro”.