Lieta, cittadina onoraria!
La città di Fortaleza, dove Lieta Valotti è presente da quarant’anni, ha attribuito alla volontaria di Paderno Franciacorta l’importante riconoscimento
La sorridente e sempre “lietissima” Lieta Valotti, da un mese è cittadina onoraria di Fortaleza, non perché abbia trasferito residenza e bagagli in quella città, ma per i tanti meriti acquisiti mettendosi al servizio di un’idea missionaria – quella inventata da san Giovanni Battista Piamarta - orientata a “fare bene il bene” e ad “aiutare i giovani a essere protagonisti del loro futuro”. Visti i tempi che corrono, che all’impegno solidale ammantato di Vangelo concedono assai poco, è roba da non credere. Invece, è tutto vero.
Solennità. È accaduto all’inizio di agosto, con quella solennità che per noi sarebbe un tantino esagerata, ma che per loro, i brasiliani, è assolutamente necessaria. Lieta e il suo seguito, perché anche questo era necessario all’evento, sono entrati nella sede della Camera Municipal di Fortaleza, dove la “Plenaria General”, presieduta dal presidente Antonio Henrique era riunita e pronta a dichiarare la donna italiana da quarant’anni impegnata a mettere pezze generose laddove la buona volontà dei brasiliani lasciava buchi evidenti, cittadina onoraria, onorevolissima esponente di quel mondo missionario piamartino che agli albori degli anni cinquanta credette possibile dar vita proprio lì, sull’onda di ciò che avevano già iniziato a fare a Sao Bento, a una scuola che al sapere fosse in grado di aggiungere una specifica preparazione al lavoro.
Volontaria. Lieta Valotti, bresciana e italianissima, quarant’anni fa lasciò il suo paesello (Paderno Franciacorta) per dirigersi a Fortaleza, capitale dello stato del Cearà, nord-est del Brasile, dove la Congregazione di padre Piamarta chiedeva braccia e cuori disposti a mettersi al servizio di un mondo sconosciuto e bisognoso. Oggi, con lo stesso spirito, Lieta continua a essere quella volontaria, autentica missionaria laica, che al di sopra di ogni azione assistenziale ed educativa mette prima di tutto il Vangelo. Ieri come oggi, il paesaggio resta contrappuntato da bambini, bambine, ragazzi e adolescenti, spesso soltanto figli della strada, che hanno bisogno di pane e sapere, ma soprattutto di quell’amore che solo la famiglia è in grado di assicurare. E Lieta è lì, dentro quel paesaggio, pronta come sempre a “fare la sua parte” per rendere meno grama l’esistenza di migliaia di disperati, figli di una strada che li qualifica sempre come altrettanti “nessuno”. In quel mondo, la ragazza di Paderno Franciacorta, con quel titolo di Cittadina Onoraria che la colloca nell’albo d’oro della grande città, è simbolo dell’Italia migliore.
Fortaleza. Tutto incominciò a Fortaleza. Allora, a una trentina di chilometri dal centro, laddove c’erano le baracche abbandonate dagli operai dopo la costruzione della diga destinata ad assicurare acqua alla grande città, prese forma e consistenza un paese, chiamato Pacotì, in cui i bambini di strada erano accolti, sfamati, istruiti e preparati ad affrontare il futuro. In questi primi quarant’anni sono cambiate tante cose; non è invece cambiato lo spirito originario, che continua a essere “una sfida al disimpegno con cui – ha detto Lieta - troppo spesso si assegna il diritto dei bambini a crescere e sperare giorni migliori alla responsabilità delle pubbliche Istituzioni piuttosto che alla corresponsabilità di tutti”.
Operazione. Lieta Valotti e suo marito Angelo Faustini (mamma e papà di migliaia di bambini e bambine strappati alla strada), i volontari, i piamartini e la generosa famiglia di “Operazione Lieta” continuano la storia, quella che trasforma le gocce solidali in pane, scuola e lavoro; che crede nel “fare bene il bene”; che non smette di sognare. Il 20 agosto 2019, conferendole il titolo di “cittadina onoraria, il presidente della Camera Municipal di Fortaleza non ha esitato a definirla “straordinaria interprete del bene dato agli altri, i più piccoli e meno fortunati della società, con quell’amore che tutto trasforma, accomoda, guarisce, impreziosisce e aiuta a vincere anche le sfide più difficili”. Lei ha accettato il titolo e subito dopo ha detto a tutti coloro che l’accompagnavano: “È tempo di andare, perché tanti bambini aspettano ancora le nostre carezze”.