La Bibbia raccontata da Paolo Cevoli
Appuntamento con il comico romagnolo all’“Auditorium 1861 Unità d’Italia” di Timoline di Corte Franca, venerdì 19 luglio alle 21.30
Ex volto noto di Zelig, da anni Paolo Cevoli affronta in chiave ironica gli argomenti legati alla fede. Del 2010 è lo spettacolo “La Penultima cena”, portata in scena anche al Gran Teatro Morato per una serata di beneficenza a favore della Fondazione Avsi. Il comico romagnolo tornerà nel Bresciano, all’ “Auditorium 1861 Unità d’Italia” di Timoline di Corte Franca, venerdì 19 luglio alle 21.30 con lo spettacolo “La Bibbia”, regia di Daniele Sala.
Best Seller. Il Libro dei Libri. Il Best Seller dei best sellers. Da tutti conosciuto anche se forse non da tutti letto. Ma sicuramente, anche quelli che non l’hanno mai sfogliato, hanno qualche nozione di Adamo ed Eva, Caino e Abele, Noè e l’arca ecc… Paolo Cevoli vuole rileggere quelle storie come una grande rappresentazione teatrale dove Dio è il “capocomico” che si vuole rappresentare e far conoscere sul palcoscenico dell’universo. Dio è il “Primo Attore” che convoca come interpreti i grandi personaggi della Bibbia che “sembra raccontare un mondo che si perde nella notte dei tempi – racconta Paolo Cevoli – ma per me non è così. Ho scelto di raccontare le storie della Bibbia perché parlano di me, di ognuno di noi. E forse è possibile immedesimarsi con i grandi personaggi di quelle vicende. Adamo, nell’Eden con Eva, che fa la figura del sempliciotto o del “patacca” come si dice in Romagna. Giobbe, il povero Giobbe, colpito da mille sventure eppur deriso dalla moglie. Abramo che mi ricorda il mio nonno, il babbo del mio babbo. Un patriarca. Davide, piccolo e furbo, che si inventa un modo di ammazzare il cattivo gigante Golia. Nella Bibbia c’è tanto da scoprire. E anche tanto da ridere”.
Quello che a uno sguardo superficiale potrebbe sembrare dissacratorio si rivela una modalità efficace per sottolineare il rapporto filiale tra l’uomo e Dio: solo chi vive una profonda familiarità può usare parole che per un estraneo possono sembrare eccessive o addirittura offensive. “Se Dio è un padrone puoi rivolgerti a lui solo mantenendo le dovute distanze”, osserva il comico. “Se è padre puoi permetterti certe confidenze, anche nel linguaggio usato, perché sono figlie di un rapporto di amore. Per questo sono abbastanza sicuro che anche da lassù avranno fatto qualche risata guardando il mio spettacolo”.