L'invenzione del divino pittore
È visitabile al Museo di Santa Giulia la mostra “Raffaello. L'invenzione del divino pittore”, pensata da Fondazione Brescia Musei e curata da Roberta D'Adda, che rende omaggio ad uno dei più grandi artisti di ogni tempo a cinquecento anni dalla morte.
È visitabile al Museo di Santa Giulia la mostra “Raffaello. L'invenzione del divino pittore”, pensata da Fondazione Brescia Musei e curata da Roberta D'Adda, che rende omaggio ad uno dei più grandi artisti di ogni tempo a cinquecento anni dalla morte. In oltre cento opere, tra incisioni e oggetti d’arte, tratte da invenzioni raffaellesche e prodotte in Italia e in Europa dall’inizio del Cinquecento alla metà dell’Ottocento si dipana il racconto di un’epoca e la costruzione di un mito, a partire dalle collezioni civiche bresciane che raccolgono più di seicento fogli d’après Raffaello. Il percorso mostra come vennero divulgati il linguaggio e le invenzioni del genio urbinate fino alla graduale individuazione di quelle opere che, via via, andarono a determinare l’idea moderna del pittore.
A partire dalle incisioni prodotte da Marcantonio Raimondi e dal gruppo di incisori che, secondo la tradizione stabilita da Vasari, furono coinvolti da Raffaello nell’attività della sua bottega con il compito di tramandare la memoria e garantire la diffusione delle sue invenzioni, la mostra si sviluppa attraverso alcuni oggetti ispirati al maestro e realizzati nel Cinquecento fino ad arrivare ai secoli successivi, al Seicento e al Settecento, con stampe di Giorgio Ghisi, Carlo Maratta, Orazio Borgianni, Nicolas Dorigny e Raffaello Morghen e con la straordinaria impresa dell’illustrazione delle Logge e delle Stanze Vaticane, realizzata da Volpato su fogli di grande formato. L’Ottocento è il secolo in cui Brescia, grazie all’operato di Paolo Tosio e del suo circolo di conoscitori e artisti, divenne uno dei nodi della rete di relazioni e influenze che determinarono un rinnovamento romantico del mito di Raffaello. In mostra, accanto alle interpretazioni della scuola di incisione di Brera, opere di diversi intagliatori europei, tra i quali Ludwig Grüner che proprio a Brescia avviò la sua carriera di incisore d’après Raffaello.
All’interno del percorso alcuni pezzi unici, mai esposti prima, provenienti dalla Raccolta Emilio Anderloni. Il progetto si completa grazie a una serie di attività didattiche, laboratori e visite guidate per tutti i pubblici, oltre all’experience show 'InVece di Raffaello' per avvicinare il linguaggio dell’incisione alla sensibilità contemporanea, proponendo un’esperienza immersiva e interattiva e all'esterno, con un itinerario che raggiunge l'Ateneo di Brescia in via Tosio che presenta una serie di stampe raffaellesche di grande formato e la Pinacoteca Tosio Martinengo, che custodisce i due capolavori, l'Angelo e il Redentore, del maestro di Urbino. Un percorso di scoperta e valorizzazione che coinvolge così l’intera città, fino al prossimo 10 gennaio.
La mostra bresciana fa parte di un progetto “Custodi del mito in Lombardia”, completato dall’esposizione “Raffaello e Giuseppe Bossi al Castello di Milano”, allestita negli spazi del Castello Sforzesco e che dal 27 novembre al 7 marzo 2021 presenterà disegni, incisioni e maioliche istoriate tratte da invenzioni dell’Urbinate. Le modalità di fruizione su www.raffaellocustodidelmito.it.