L’azione dei Comitati Civici
Interessanti documenti sono emersi nella ricerca portata avanti dal Ce.Doc. relativi agli anni della ricostruzione
“Carissimi Amici, la comunicazione dei risultati definitivi delle elezioni ha posto il suggello alla nostra opera. La grande vittoria conseguita è il premio migliore per ciascuno di noi. Il Comitato Civico Diocesano sente il dovere di ringraziare tutti i Comitati civici locali, i dirigenti e i collaboratori per l’opera svolta: è stata combattuta la ‘buona battaglia’. Ora ritorniamo al nostro lavoro di sempre. L’affermazione elettorale se è fonte di legittima soddisfazione, è pure per ciascuno di noi indice di una grande responsabilità, alla quale non possiamo né dobbiamo sottrarci”. È questa la comunicazione che il 24 aprile 1948 il Comitato Civico Diocesano di Brescia inviava a tuti i comitati Civici locali. Da pochi giorni si era conclusa una delle campagne elettorali più drammatiche della nostra Repubblica.
Il Comitato Civico Nazionale era stato istituito da Luigi Gedda nel febbraio del 1948 nell’imminenza della sfida elettorale del 18 aprile come strumento di azione politica del mondo cattolico. Nelle varie diocesi erano nati i Comitati Civici Zonali e nelle parrocchie i comitati civici locali. In poche settimane si erano costituiti in Italia ben 20.000 comitati locali. Anche a Brescia il Comitato Civico fu particolarmente attivo. Nella storia che il Ce.Doc. sta conducendo sui primi anni di vita della DC bresciana, la documentazione relativa ai Comitati Civici è particolarmente interessante, perché è costituita da diversi comunicati provenienti sia da Roma che dal Comitato Civico zonale, oltre che da Via Tosio 8, sede della segreteria provinciale della DC.
Numerosi sono i manifesti elettorali che chiedevano ai cattolici anzitutto di non disertare le urne. Venivano affrontati vari temi: dagli aiuti che stavano giungendo dagli Stati Uniti grazie al Piano Marshall, alla situazione dei Paesi dell’Est sotto il dominio sovietico, alle libertà negate in URSS, fino all’attacco diretto ai comunisti e socialisti italiani uniti nel “Fronte popolare”. L’esito di questa campagna fu anzitutto quello di un’ampia partecipazione popolare, con un’affluenza al voto superiore al 92%, e poi quello dell’indubbio successo della DC. Il partito di De Gasperi ottenne in città oltre il 52% dei voti e in tutta la provincia il 61%, un risultato che indusse molti a parlare di Brescia come “provincia bianca”.
Per il raggiungimento di questo risultato i Comitati Civici giocarono un ruolo fondamentale, non essendo la Democrazia Cristiana ancora organizzata in maniera capillare, come lo era l’associazionismo cattolico, in modo particolare l’Azione Cattolica. In seguito la DC a livello locale e a livello nazionale potenziò la propria organizzazione e i Comitati Civici persero man mano di importanza, anche se a Brescia rimasero attivi per le elezioni sia del 1953 che del 1958.