L’Accademia e il domani dell’uomo
Presentata la proposta culturale che punta a fare luce su come tecnica ed economia possono arrivare a una nuova progettazione dell’umano
Dopo il percorso compiuto nei tre anni precedenti dedicati ad ascoltare i diversi saperi sull’umano e a cogliere le variazioni del desiderio in rapporto ai diritti e alla legge, l’Accademia Cattolica di Brescia ha dato avvio il 17 ottobre scorso con l’incontro “Tecnologia e narrativa: il passato e il futuro dell’homo faber”, con il germanista Michele Cometa, alla proposta culturale “Umano e post-umano” per l’anno 2017/2018 con l’intento di prestare attenzione a due fattori che stanno modellando l’umano: l’economia e la tecnica; da considerare nella loro interconnessione. “Non si tratta di considerare i saperi – ha affermato nel corso della presentazione mons. Giacomo Canobbio, direttore scientifico dell’Accademia – bensì le pratiche che incidono sul rimodellamento dell’autocomprensione di sé da parte delle persone e sulla ‘progettazione’ dell’umano”.
Superamento. Pare infatti che si stia assistendo a un superamento della concezione moderna: dall’homo faber si tende a passare all’homo factus, con la conseguenza che il soggetto non appare più il protagonista, bensì l’esito, il prodotto di forze (economia e tecnica) che mentre offrono nuove possibilità di attuazione del soggetto, lo soggiogano. Pare di assistere al tramonto della libertà provocato dal suo stesso prodotto. “Su questo sfondo – ha proseguito ancora il direttore scientifico – non c’è alcun sapere che possa pretendere di dire che cosa dell’umano vada salvaguardato, poiché non c’è nessun sapere che sia in grado di affermare cosa sia l’umano: se questo è ‘prodotto’, il sapere l’umano dovrà restare sempre aperto, senza alcun confine prefigurabile. Infatti il progresso tecnologico, che è reso possibile da scelte economiche finalizzate a volte ad accrescere le possibilità finanziarie di alcuni gruppi, porta in sé l’esigenza di raggiungere sempre nuove possibilità”.
Modello. L’assunzione del modello evolutivo che sta sullo sfondo del progresso comporta la convinzione che l’umano attualmente conosciuto è solo una tappa del processo evolutivo: l’umano è quindi in fieri e alla sua costruzione contribuiscono molteplici fattori, che a parere di qualcuno stanno già inscritti nella biologia come apparirebbe dal processo evolutivo. In tal senso economia e tecnica sarebbero fattori che gli umani si sono dati per portare a compimento in maniera asintotica il processo evolutivo.
Programma. L’Accademia Cattolica, con il suo programma 2017/2018 si lascia interrogare/provocare da questi due fattori sia per verificare se sia ancora adeguato il metodo di accostamento all’umano che la tradizione biblico-cristiana ha trasmesso, sia per offrire un contributo critico alla pretesa – non sempre confessata – che tali fattori manifestano in ordine alla costruzione dell’umano. “Si tratterebbe – sono ancora considerazioni di mons. Canobbio – di ascoltare cultori di economia e tecnica per capire quali modelli di umano siano presupposti e siano immaginati per il futuro: quasi una ricerca dei presupposti, dei processi e dei fini”.
Categorie. “Si è costretti a ripensare le categorie con cui abbiamo operato – ha continuato mons. Canobbio – e quindi a riconsiderare che cosa abbiamo ritenuto non umano a partire dalla normatività attribuita a certe categorie dell’umano, e che cosa abbiamo escluso dall’umano. Quale rapporto con gli animali, con la terra, con le macchine? Da dove derivano le discriminazioni, in primis quelle di genere, ma poi anche tutti i processi di esclusione? Quest’ultimo interrogativo nasce non tanto da un desiderio di rivendicazione, bensì dalla consapevolezza che dietro ogni discriminazione sta sempre un errore di pensiero: gli squilibri possono essere l’effetto di una certa stilizzazione dell’umano”. Gli ambiti di riflessione della nuova proposta dell’Accademia sono numerosi: dalla biologia, all’ecologia, alla sociologia, alla politica, avendo sullo sfondo la questione etica, che è trasversale a tutti questi ambiti. “La questione da esplorare – ha concluso mons. Canobbio – potrebbe essere formulata in questo modo: in quale forma economia e tecnica stanno orientando il rimodellamento dell’umano, della vita sociale, del corpo, delle relazioni affettive, delle scelte politiche”.