Il “mio” Paolo VI conoscerlo, amarlo
Esce il libro che raccoglie quanto fatto da “Voce” per la conoscenza del Papa santo. La presentazione il 21 dicembre, alle 17, alla Libreria Paoline di Brescia. La testimonianza di chi l’ha conosciuto, il racconto di chi dalla sua figura, dal suo magistero, dal suo amore per l’umanità e per la Chiesa ha tratto arricchimento.
“Avrei tanto desiderio che Paolo VI fosse meglio conosciuto, anche qui nella sua terra. Sono convinto che vi sia ancora molto da scoprire di lui, della sua eredità spirituale. Conoscerlo di più ci permetterà di amarlo di più e di capire per quale via potremo giungere a una sincera devozione popolare nei suoi confronti”. È in questo auspicio, che il vescovo Pierantonio Tremolada ha espresso nella lettera pastorale “Il bello del vivere. La santità dei volti e i volti della santità”, che trova giustificazione il libro edito dalla Fondazione Opera San Francesco di Sales “Il mio Paolo VI. Conoscere per amarlo” che raccoglie molti dei contributi che “La Voce del Popolo” ha raccolto dall’inizio di quest’anno, da quando ormai era chiaro che la canonizzazione di Paolo VI sarebbe stata solo una questione di tempo. L’avvicinarsi di questo momento straordinario per la Chiesa bresciana e quella universale chiedeva, un impegno particolare per fare in modo che la grandezza del Papa bresciano diventasse patrimonio condiviso e popolare.
Debito. Brescia e i bresciani avevano un debito di riconoscenza nei confronti del loro Papa. Non che negli anni, sia in quelli del suo papato che in quelli che sono seguiti alla sua morte il 6 agosto del 1978, Brescia abbia dimenticato quel suo figlio illustre nato il 26 settembre 1897 a Concesio. Molte sono le opere che portano il suo nome e contribuiscono a perpetuarne la memoria. A tutto questo, però, mancava qualcosa e la lacuna era evidente quando capitava di gettare l’occhio al di là dei confini provinciali, in quella terra bergamasca che, invece, ha sempre dimostrato un grande attaccamento, un grande amore per il suo Giovanni XXIII. Troppo diverse le personalità, si è spesso sentito dire, per immaginare che anche a Concesio, come è avvenuto per Sotto il Monte (paese natale di Angelo Roncalli), nascesse un moto popolare. Eppure… Eppure, come ricordava giustamente il Vescovo risulta difficile amare qualcuno che si conosce a malapena...
Strumento. Serviva uno strumento capace di suscitare l’interesse, la curiosità di una conoscenza popolare di papa Montini, perché quello della sua santità fosse compreso come un orizzonte alla portata di tutti. Di qui la scelta di non affidarsi a una narrazione “ufficiale”, ai contributi degli “studiosi” di Paolo VI, ma di privilegiare il racconto di chi, noto o meno noto, aveva un “suo” Papa da condividere, perché, come tante piccole tessere, messe l’una a fianco dell’altra, in un mosaico ideale, contribuissero a stimolare la voglia di conoscerlo.
Rubrica. “Voce” ha cercato in questo 2018 di dare il proprio contributo con la rubrica settimanale “Il mio paolo VI”. La risposta a questo appello particolare è stata entusiasmante. Ogni figura interpellata ha dato il suo apporto, contribuendo a fare di Paolo VI una figura sempre più familiare. Molti hanno attinto ai ricordi personali, a incontri che precedono l’elezione di Montini al soglio pontificio; tanti altri hanno sottolineato come gli insegnamenti di Paolo VI, il modo di interpretare il suo essere successore di Pietro, la sua personalità e il suo tratto umano abbiano inciso sui rispettivi percorsi di crescita come uomini. “Il mio Paolo VI. Conoscerlo per amarlo”, aperto, come se fosse un prologo o l’indicazione di una prospettiva, dall’intervista in cui mons. Pierantonio Tremolada sottolinea la necessità di conoscere più a fondo il Papa santo, trovano spazio le versioni integrali dei contributi raccolti nel corso dei mesi. Sono interviste, pezzi scritti direttamente dagli interpellati. Sono divisi in due grandi gruppi (“L’ho incontrato” con il racconto di chi Paolo VI lo ha conosciuto e, “Mi ha incontrato”, con la testimonianza di chi dalla figura del Papa santo, dal suo magistero, dalle sue azioni, dalla sua personalità ha tratto linfa vitale e inesauribile per la propria crescita umana e spirituale) sono legati da un filo conduttore che sin dalle prime parole rende luminoso il “ritratto” di Paolo VI: la gentilezza, la grande sensibilità, il sapere amare l’uomo, dal più piccolo e indifeso, il suo amore smisurato per la Chiesa e per Gesù Cristo. Chiudono la pubblicazione, in commercio da questi giorni, le omelie pronunciate dal Vescovo il 13 ottobre al Santuario del Divino Amore a Roma e in Cattedrale il 21 ottobre.