Il giglio del Moloncello
“Penso che l’esperienza di Pierandrea non si spieghi con le risposte a qualche perché. La sua vita, come ogni vita, si può conoscere veramente rispondendo a un per chi”. Don Alessandro Tuccinardi è andato al cuore della questione in occasione della presentazione in videoconferenza del libro dedicato alla vita di Pierandrea Cazzaniga (Il giglio del Moloncello. Storia di un parkinsoniano resiliente. Com&Print Editore, 10 euro), un manerbiese - per dirla con le parole di Dialma, sua moglie – che un po’ speciale lo è stato davvero. Non tanto e non solo perché gli è capitato – dentro una stagione di impegno civile che lo ha visto consigliere comunale a 23 anni, assessore alla cultura e allo sport a 29, sindaco a 32 – di avere voce autorevole nella vita pubblica, ma anche perché si è ritrovato a fare i conti con il Parkinson a poco più di 40 anni, marito e padre di due bambini, un ruolo professionale importante da portare avanti, un amore per la vita. “Quando ti senti dire che sei malato di Parkinson e metabolizzi cosa significa – si legge nell’introduzione del libro – e cioè che devi fare i conti con una malattia neurologica degenerativa per la quale non c’è alcun rimedio, non c’è più nulla di normale nella tua quotidianità, nei tuoi pensieri, nei tuoi sogni.
Per riorganizzare la vita in maniera positiva occorre allora attingere a risorse ideali profonde, fare ordine nelle priorità, riconsiderare il passato, mettere in controluce il presente e scegliere il futuro come somma di attimi piuttosto che come un progetto da dispiegare in un tempo indefinito”. Questo ha fatto Cazzaniga, mettendo da parte i perché e concentrandosi sul per chi, tenendone memoria in una serie di pagine destinate originariamente ai figli e ai nipoti, ora riscritte e riordinate in forma biografica in un piccolo volume che i familiari hanno voluto come ultimo gesto di affetto e di gratitudine verso Pierandrea. Un libro che racconta vicende e sentimenti; pagine che parlano della Manerbio del dopoguerra e del suo passaggio dalla cultura agricola a quella industriale; di politica, politiche e politici; delle scontro tra innovazione e conservazione; di valori, idealità e amicizia come carburante di una vita buona. Il libro è stato donato alla Parrocchia (è in distribuzione nell’Ufficio parrocchiale) con l’idea che il suo ricavato possa diventare un contributo a sostegno dei lavori per l’oratorio, un luogo che ha avuto un rilevante imprinting formativo per Pierandrea come per tanti suoi coetanei, conquistati alla coerenza dei comportamenti, all’impegno e all’approfondimento delle questioni sociali. Illuminante il ricordo che ne ha fatto il figlio Stefano: “Ero bambino quando il papà mi portò ad una manifestazione. Mi aveva spiegato che dei terroristi avevano ucciso Aldo Moro, un politico che ammirava molto, e che era importante essere in piazza per dimostrare che la violenza non avrebbe mai spento le sue idee”.