I soldi della Chiesa
Uno studio di ricerca che non si sottrae alle domande più provocatorie. “I soldi della Chiesa. Ricchezze favolose e povertà evangelica” è il libro pubblicato per i tipi delle Paoline dal vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo che è stato ospite di LiBrixia. L'obiettivo di fare anzitutto chiarezza, abbattendo alcuni stereotipi e pregiudizi che accompagnano l'opera della Chiesa
Uno studio di ricerca che non si sottrae alle domande più provocatorie. “I soldi della Chiesa. Ricchezze favolose e povertà evangelica” è il libro pubblicato per i tipi delle Paoline dal vaticanista di Avvenire Mimmo Muolo con l'obiettivo di fare anzitutto chiarezza, abbattendo alcuni stereotipi e pregiudizi che accompagnano l'opera della Chiesa.
Muolo, perchè hai scelto di scrivere un libro su questo tema e perchè hai ritenuto importante scoperchiare alcuni pregiudizi?
“Proprio perchè mi sono accorto, nella mia quotidiana fatica di vaticanista, che spesso sui soldi della Chiesa le fake news abbondano e sono andate aumentando nel tempo. Ho cercato dunque di mettere insieme un po' di materiale e di documentare come stanno realmente le cose, invitando i lettori a non abbeverarsi a fonti inquinate o non certificate e a cercare di andare un po' più a fondo. Questo libro è un primo passo, perchè offre un quadro sufficientemente ampio di questioni sulle quali è bene distinguere ciò che è vero da ciò che invece non lo è”.
Quali sono le fake news più clamorose perpetrate in questi anni?
“Anzitutto quella storica dell'otto per mille che viene destinato al Vaticano. Cosa assolutamente non vera perchè l'otto per mille è il frutto di un accordo con la Chiesa italiana che va a vantaggio delle diocesi e delle parrocchie di tutta Italia. Ma ricordo anche quella secondo cui i sacerdoti vengono pagati dal Vaticano. Assolutamente falso, perchè con il nuovo sistema di sostentamento del clero siamo direttamente noi fedeli a contribuire con alcune forme ben precise. Poi ci sono le fake del momento che si riaffacciano di tanto in tanto. Una di queste è che la Chiesa italiana non pagherebbe l'Imu. Ho cercato di documentare che questo invece avviene, quando è dovuta da parte degli enti ecclesiastici al netto delle esenzioni stabilite dalla legge per tutti i culti ammessi, e che se qualcuno non lo fa è certamente nel torto. Un'altra riguarda i famosi 35 euro per l'accoglienza dei richiedenti asilo che andrebbero ad ingrassare le casse del Vaticano. Non è assolutamente così, anzi creano posti di lavoro e servono per assicurare un dignitoso soggiorno a chi è in attesa di ricevere il diritto di asilo, proprio perchè questo soggiorno non si trasformi in una sorta di lager mascherato”.
Una riflessione sulle scuole paritarie e sul presunto costo per le casse dello Stato. Come stanno realmente le cose?
“Un alunno delle scuole pubbliche costa quattro volte tanto rispetto ad un alunno che frequenta le scuole paritarie. Se le scuole paritarie non esistessero più, soprattutto nei primi gradi di istruzione, lo Stato si troverebbe di fronte ad un problema enorme da risolvere, che avrebbe un costo pari da solo ad una manovra economica. Davvero la scuola paritaria non è un costo per lo Stato, anzi è un grande risparmio”.
È possibile quantificare in termini numerici il bene seminato dalla Chiesa attraverso le sue organizzazioni, le strutture e le persone che sono impegnate nel mondo?
“È difficile, ma si possono fare delle stime. La Chiesa italiana riceve dall'otto per mille circa 1 miliardo di euro all'anno ed è stato calcolato che restituisce in termini di opere e servizi alla comunità nazionale circa 11 volte tanto. Ricordiamo che questi 11 miliardi non vanno a beneficio solo delle chiese o dei cattolici con il 'patentino', ma vanno a vantaggio di tutta la collettività. È un dato che spesso si tende a dimenticare o a sottacere. Più preciso il dato per quanto riguarda l'opera nel mondo, perchè l'otto per mille ha tra le sue destinazioni anche la carità nel terzo mondo. Dal 1990 fino ad oggi sono stati erogati quasi 2 miliardi di euro, impiegati per finanziare 15mila progetti di aiuto allo sviluppo in tutti i Paesi. Una ricchezza enorme dal punto di vista delle realizzazioni e delle destinazioni, una ricchezza che tocca ciascuno di noi”.