Giubileo 2025. Pellegrini di Speranza
Papa Francesco e il cammino verso il Giubileo riscoprendo il Concilio e i suoi documenti. Con Rai Vaticano prosegue l’avvicinamento al prossimo Anno Santo con la nuova puntata di “Giubileo 2025 – Pellegrini di Speranza” il programma di Stefano Ziantoni scritto con Nicola Vicenti in onda su Rai1 domenica 25 giugno alle 24.45.
“È vero che è difficile in parte, da parte dei fedeli laici testimoniare Cristo ma è vero anche che chi lo fa ha fede e la fede è sempre espansiva, è sempre empatica”. Così a Rai Vaticano la sociologa Cecilia Costa delinea il compito a cui sono chiamati i laici nella Chiesa. Una figura che proprio dal Concilio Vaticano II trae forza e sempre più responsabilità. I laici sono chiamati soprattutto a soccorrere e a dare supporto nella quotidianità. E dalla drammatica attualità arrivano le storie di partecipazione, di aiuto e solidarietà. Due mesi fa, l’alluvione in Romagna ha messo in ginocchio paesi e territori. Tante le iniziative immediate anche del mondo cattolico. Giovani che spalano, parrocchiani che cucinano, conventi che si aprono. Una mobilitazione silenziosa e viva anche di giovani dell’Azione Cattolica. “Se si fermasse questa azione - dice ancora la professoressa Costa, che è anche consultore della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi - questa capacità di essere presenti nelle situazioni di disagio, probabilmente il mondo quasi si fermerebbe perché è un'azione capillare, sottile, gentile, quasi criptata alcune volte, ma che riesce a portare quel sollievo, quella solidarietà e quella azione che sana situazioni che invece non vengono sanate molte volte dalle istituzioni pubbliche”.
Non solo emergenze in Italia ma anche progetti internazionali di salute e educazione. In Africa Dream è il programma della Comunità di Sant’Egidio che nasce per combattere l’HIV garantendo gratuitamente la più alta qualità di cura possibile. Laici, da oltre vent’anni si occupano di formare e affiancare personale locale e migliorare le condizioni di vita di migliaia di persone in dieci Paesi del continente, con l’idea di fornire un servizio di cura globale, un’esperienza di contagio positivo.
Essere laici, tuttavia, ed è questa la grande novità introdotta dal Concilio, significa anche riallacciarsi allo spirito di vita e condivisione delle prime comunità cristiane. Oggi, lettori, diaconi, catecumeni, contribuiscono da protagonisti alla vita della comunità cristiana. “La prima volta che ho distribuito l’eucaristia è stata un’emozione indescrivibile, ho continuato a pensarci per mesi, è stato il mio “pensiero felice” a lungo” dice Alida Accardo, una dei tanti ministri dell’eucaristia che in Italia aiutano tanto sacerdoti nello svolgimento del loro ministero e nel servizio della liturgia. Dal Concilio a oggi, storie di laici e testimoni.