Generazioni per Archivissima 2021
Archivissima, il Festival degli archivi che si tiene dal 4 al 9 giugno, è il grande appuntamento nazionale a cui, anche per questa edizione, l’Archivio storico diocesano non ha voluto mancare. Portare alla ribalta gli archivi è sempre un’operazione impegnativa, diciamo che il materiale documentario si presta, ma è un po’ difficile da comunicare, riottoso. Invece la grande kermesse che hanno organizzato a Torino, promossa dal Polo del ‘900, con più di 300 archivi partecipanti, è una formula che si presta molto bene a questi tempi forzatamente distanziati.
Tema. Il tema proposto quest’anno è “Generazioni”. L’Archivio diocesano ha pensato di declinarlo in maniera forse scontata, ma attuale: “Generazione nelle epidemie. Uno sguardo dall’Archivio storico diocesano di Brescia”. Ogni generazione si connota a seconda del suo tempo: nel secolo appena trascorso c’è stata la generazione ‘della guerra’ e quella del ‘boom’ economico, quella del ‘Sessantotto’ e quella degli ‘yuppy anni Ottanta’ e via così. Gli adolescenti di oggi potrebbero essere quelli ‘del Covid e della Dad’, una generazione nell’epidemia. Le epidemie, come tutti gli eventi epocali, hanno segnato, nel corso dei secoli, le grandi dinamiche sociali e le piccole vite di ognuno. Peste, lebbra, tifo, vaiolo, colera, influenze particolari: questi ‘flagelli’ hanno un impatto formidabile sulla demografia, sullo sviluppo sociale ed economico, sulla cultura di un popolo. E tutto questo lo leggiamo dai nostri documenti: è la storia del quotidiano, quella che non appare sui libri di storia, che si incrocia o va in parallelo agli eventi. È anche il cammino della Chiesa che si prende cura degli uomini e delle donne, che si accompagna a loro attraverso la storia, a partire da conoscenze scientifiche ridotte, con linguaggi differenti, attraverso carismi diversi, ma con costante vicinanza e prossimità all’uomo, nella sua interezza.
Epidemie. Così, attraverso i documenti del passato, ripercorriamo i fenomeni epidemici dei secoli scorsi sul territorio bresciano: dalla peste cinquecentesca che lasciò Brescia ‘desolata’, all’esortazione ottocentesca dei vescovi alla popolazione perché si vaccinasse contro il vaiolo, alle indicazioni ai fedeli su come arginare il contagio della spagnola, all’assistenza ai malati di colera, ai sospetti sui medici considerati ‘untori’, alle fake news sulle modalità di contagio…un dejavù pandemico di recente memoria.
Programma. L’evento si articola in più sezioni: 18 podcast, un percorso web, uno speech di approfondimento, un video di presentazione. I podcast sono una sorta di mostra digitale, ogni documento viene commentato e quindi letto dall’attrice Laura Del Buono: peste, colera, tifo, vaiolo, spagnola passano attraverso le parole di cittadini, sacerdoti, vescovi, persone comuni e ci rimandano ai sentimenti che li accompagnano, paura, angoscia, sospetto, speranza, solidarietà, sollievo.
Il percorso web ripropone e amplia la mostra dei podcast: può essere interrogato seguendo una linea temporale, scorrendo cioè gli eventi epidemici bresciani in successione cronologica o secondo una linea tematica organizzata in ambiti specifici: la malattia, il contagio, vaccinarsi, carestia ed epidemie, carismi, arte e devozione, linguaggi, luoghi.
Ricerca. Lo speech, tenuto da Federica Barone, dottoranda dell’Università Cattolica del S. Cuore, dal titolo “Epidemie in città. Il caso di due parrocchie del centro storico”, è il risultato di una ricerca effettuata sui documenti anagrafici delle parrocchie di S. Faustino e S. Maria Calchera che prende in considerazione i morti, le cause di morte, le condizioni sociali, l’età e li mette a confronto. Infine, il video di presentazione introduce alla mostra e all’Archivio.
Valorizzare il bene culturale ‘archivio’ per il grande (speriamo!) pubblico è sempre una sfida: non è immediato come un dipinto o coinvolgente come la musica, ma il suo carico di memoria riesce a parlare alla nostra esperienza recente e quotidiana.