Foppa: lo stendardo di Orzinuovi
Spetta a Orzinuovi il “botto” di partenza della rassegna Bergamo Brescia città della cultura, dopo le rovinose vicende legate all’epidemia del Covid. È di ieri l’immagine delle bare ammonticchiate come avviene dopo i disastri naturali e durante le guerre.
Protagonista senza luci di scena il professor Roberto Consolandi, ma con lui concordi il Parroco don Domenico Amidani, il Sindaco Gianpietro Maffoni, il Consiglio Comunale e le numerose maestranze.
“Un nuovo modo di concepire la rassegna museale - ci avverte il professore, ma per creare spazi nuovi occorrono idee alte”. Si scopre così passo dopo passo perché, a ragione, Vincenzo Foppa sia considerato unanimemente il perno attivo di un vero e proprio movimento culturale, vasto e profondo, che trova le sue radici nell’anima di un popolo, di una città e di una intera provincia; dove palpita il cuore di sante e santi, dove la nobiltà colleziona libri e incentiva il lavoro, dove la campagna dopo la grande stagione benedettina scopre l’arte del lavoro organizzato, preoccupandosi non solo dei raccolti, ma anche dei contadini e della loro vita. Subito dopo la morte del Foppa, giunge a Brescia Angela Merici, ospite di Agostino Gallo, che inizia a scrivere le sue “Giornate” in stretta amicizia con il Moretto. A Brescia la Riforma è già in atto prima del 1517, senza nuovi spargimenti di sangue e riduzionismi teologici; santità, lavoro ed arte, con il tono realistico dell’indole bresciana, che va diritta allo scopo senza orpelli.
Chi scrive non è un esperto d’arte, prima di incontrare il professor Consolandi all’inizio degli anni del 2000, solo un interesse generico. Se può interessare ho incontrato due volte l'opera del Foppa: nel quadro della Vergine Madre a Chiesanuova, dipinto incastonato nell'opera lignea del Rivadossi e, con grande sorpresa devo dire, nella stanza tutta bresciana alla National Gallery di Londra, L’Adorazione dei Magi. In entrambi i casi scopri la sublime devozione del Foppa, la serietà della Madre in contemplazione ispira raccoglimento e gioia; lo stesso clima di raccoglimento nella mirabile Adorazione. Vedendo, dissi tra me: Foppa è d’oro, Foppa è divino.
Ma torniamo al professor Consolandi. Grazie all’assidua comunicazione, un dialogo senza riserve, consapevoli entrambi dell’importanza del soggetto, anche ad un semplice osservatore come il sottoscritto è stato dunque possibile incontrare da vicino il grande Maestro Vincenzo Foppa.
Dinanzi allo Stendardo di Orzinuovi sei doppiamente provocato: devi pensare sì alla distruzione, il Sacco di Brescia, evento che scosse l’Europa, al dilagare del morbo gallico e della peste, inesorabile, ma allo stesso tempo sei posto davanti ad una bellezza che attinge consapevole, nella materia e nella forma, al Primo Principio degli Esseri. È lo stesso Principio e Fine, Alfa e Omega, che si dona nel grembo della Madre: Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genetrix…
Il Foppa, ormai al termine di una vita instancabilmente dedicata all’arte, trattatista rinomato, maestro riconosciuto di un’intera generazione di artisti, interpreta da par suo il sentimento di dolore, di speranza e di devozione di un intero popolo. Lo Stendardo non è fatto per coprire i muri di una Pinacoteca ma per guidare il cammino di un Popolo. Assuefatti alla niciana retorica della terra, sarebbe superficiale considerare lo Stendardo come la bella tragedia che maschera con forme sublimi il dramma irreparabile dell’esistenza.
Con il Foppa e con il suo prestigioso interprete siamo dentro l’arte, che da un lato conosce la terra, la natura e i suoi drammi, dall’altro è invasa dal mondo della grazia. Una luce metafisica che permea il reale e lo contiene. Su questo punto da mesi si discute, con il desiderio di coinvolgere gli altri, la città di Orzinuovi, i giovani…
Occorre infine dire che Roberto Consolandi è innanzitutto un artista che non si ostenta, la sua opera giace segreta; è un pensatore penetrante che non concede spazio e respiro alla vanità del tempo. La sua vita è totalmente consacrata all’arte, così come quella di un contadino alla sua terra e di un prete all’Eucaristia.
In questa prestigiosa rassegna sul Foppa, che siamo certi sarà causa di una crescita esponenziale degli studi che lo riguardano, occorre mettere in risalto la concertazione magistrale, il concorso di grandi energie umane, lo sforzo di tutti coloro che hanno reso possibile questo evento, utile anche per risvegliare le due città vicine, in parte prevedibili. Un’abilità e una totalità che rendono doppiamente prezioso e unico Roberto Consolandi, instancabile. Grazie professore.
La mostra ospitata alla Rocca di Orzinuovi si può visitare fino al 31 marzo ,2023.