Fondazione Dolci: una nuova mostra su Gino De Lai
La Fondazione Dolci chiude l'anno della cultura con una nuova mostra dedicata a Gino De Lai che sarà inaugurata sabato 16 alle 17.30 nella sede del Museo, in via Raffaello 163. “Si tratta – ricorda il presidente, Eugenio Busi - della 24ma mostra antologica e relativa monografia in ricordo di un artista bresciano scomparso, seguendo l’obiettivo di valorizzare i pittori che hanno operato nel solco della tradizione”. Gino De Lai nasce a Tignale il 31 ottobre del 1891 e muore a Salò il 2 gennaio 1960. Paesaggista, autodidatta, con un carattere che Giannetto Valzelli definì “genialoide e polivalente, ma pure eccentrico e lunatico”, era naturalmente incline al disegno e alla musica, ma era un uomo creativo e versatile, capace anche di geniali intuizioni innovative in campo tecnico e scientifico, come inventore di brevetti in ambito ferroviario e persino di un modello di motoscafo. Le sue opere migliori, contrassegnate da lettere romane a lato della firma, raccontano soprattutto del Garda fra le due guerre e negli anni Quaranta, prima del boom turistico, e si caratterizzano per la grande tecnica pittorica, e per taglio inconfondibile di panorami tersi, lucidi, con il colore steso d’istinto. Nell’immediato secondo dopoguerra venne invitato a esporre alla Biennale di Venezia.
Nelle meravigliose visioni della natura del lago, l’artista studia la luce che illumina anche i campi coltivati su cui si stagliano pochi alberi, nelle varianti infinite dello scorrere delle ore del giorno e delle diverse stagioni, insistendo sul medesimo luogo e creando così in alcuni casi vere e proprie sequenze. Poche figure, tratteggiate rapidamente a pennello, suggeriscono la presenza umana con discrezione; il taglio è sintetico e geometrico e il colore viene steso nel passare degli anni in modo sempre più denso, in larghe campiture date con la spatola. A complemento della mostra, la produzione della poderosa monografia frutto di un grande lavoro di ricerca. “La Fondazione Dolci – spiega il curatore, Marcello Zane – si distingue da un lato per la coerenza, scegliendo pittori bresciani anche poco conosciuti che hanno lasciato opere di grande valore artistico, dall’altro per la completezza delle monografie che nascono dal recupero paziente e preciso di tutte le opere. Di De Lai non dimentichiamo il suo lato da inventore, seguendo le leggi della scienza e della matematica, ma non solo. È un personaggio da vedere da più punti di vista e secondo me la Fondazione ha indagato tutto ciò in modo completo rintracciando ben 257 documenti. La copertina del libro con i suoi luoghi, luce ed ombra dice già tante cose, parla di un Garda che non c’è più”. La mostra, a ingresso gratuito, presenta una carrellata di una cinquantina di opere ed è aperta fino al 14 gennaio dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. In caso di gruppi di visitatori si potrà richiedere visita fuori orario telefonando allo 0303532511 per la prenotazione.