"Dipartita finale": c'è eternità ed eternità...
Debutta questa sera al Teatro Sociale di Brescia lo spettacolo che chiude la stagione di prosa 2014/2015 del Ctb. In scena con Franco Branciaroli, che del testo è anche autore e regista, Gianrico Tedeschi (95 anni), Ugo Pagliai (78), Massimo Popolizio e Sebastiano Bottari
Queste parole, tratte dalla presentazione stesa dallo stesso Franco Branciaroli sono la descrizione perfetta di quello che in pubblico bresciano potrà trovare nello spettacolo “Dipartita finale” che debutta questa sera al Teatro Sociale di Brescia.
Scritto, diretto e interpretato dallo stesso attore milanese, è lo spettacolo che chiude la stagione di prosa 2014/2015 del Ctb. “Dipartita finale” ha debuttato nel luglio dello scorso anno al Festival della Versiliana a Marina di Pietra Santa e dopo le repliche bresciane partirà per una nuova tournée italiana che proseguirà anche nella prossima stagione.
A dispetto del tema “impegnativo” non si tratta, però, di uno spettacolo pesante. Nell’immaginare “Dipartita finale” Branciaroli, per sua stessa ammissione, ha attinto a piene mani a quello che forse è il genere più importante del teatro italiano, quell’avanspettacolo che ha sempre consentito di affrontare anche i temi più ostici.
“È una parodia, un western, un gioco da ubriachi – continua Branciaroli – sulla condizione umana dei nostri tempi, con tre barboni che giacciono in una baracca sulla riva di un fiume, forse il Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce, in cui il finale, a sorpresa, è lieto solo a tre quarti”.
Un gioco, quello ideato da Branciaroli, reso ancora più credibile e coinvolgente per l’età degli attori che ha voluto nel suo lavoro: Gianrico Tedeschi, 95 anni e Ugo Pagliai, 78 per i quali “anche solo per ragioni anagrafiche – ha specificato Branciaroli – il confronto con la morte non è pura funzione scenica”.
A completare il cast, oltre allo stesso attore milanese, anche Massimo Popolizio e Sebastiano Bottari. Andando oltre una grevità che è solo apparente “Dipartita finale” porta lo spettatore a riflettere su quell’eternità che la scienza sta cercando artificialmente di costruire e quella annunciata da Gesù Cristo che sembra non essere stato dimenticato neanche in quella landa desolata in cui si muovo i personaggi di uno spettacolo che è debitore, non solo nel titolo, del teatro dell’assurdo di Beckett.
"Dipartita finale” resta in scena al Sociale sino al 19 aprile. Info: www.ctbteatrostabile.it.
M.VENTURELLI
08 apr 2015 00:00