Come nascono le ninfee
Siamo tutti affascinati dalle ninfee, che vediamo trapuntare la superficie di alcuni laghetti, e che ricordiamo anche per i famosi 250 dipinti di Monet. Ma come nascono le ninfee? Da un rizoma, uno spicchio di fusto ottenuto dalla divisione delle radici di una grossa ninfea, che viene interrato in un cestello forato sul fondo di un laghetto e che, con le sue radici, si ancora e si nutre del limo sottostante per, poi, emettere un lungo stelo che affiora sulla superficie dell’acqua con le sue foglie e i magnifici fiori. E al pittore Mario Rovetta, spinto da un “grande amore e grande rispetto per la quotidianità, affascinato dalla natura, interessato alle sensazioni anche le più comuni” è sorta l’idea di mostrare al pubblico, oltre a dei suoi dipinti, anche come nasce, lì sulla tela bianca, una ninfea. Lo si può trovare, 2-3 volte alla settimana, nella saletta espositiva presso la Stazione del Trenord di Provaglio d‘Iseo -ma, volendo lo si può richiedere anche in altri momenti, magari per un gruppo, messaggiando al n° 3345430986- impegnato a far nascere, in un modo molto più rapido che in natura, delle ninfee.
La mostra, che è anche un laboratorio, perché oltre alle opere esposte lo spazio si riempirà di volta in volta di altre ninfee, realizzate lì come se fosse nel suo laboratorio storico di via Corsica, 68 a Brescia, è stata inaugurata, col patrocinio del Comune di Provaglio d’Iseo e di Legambiente, circolo Franciacorta, sabato 2 luglio, e rimarrà aperta fino a domenica 31 luglio. “Le ninfee che mi interessano -ci ha raccontato il Rivetta, barba e capelli di un bianco riflettente, quasi accecante- sono quelle vissute, di fine stagione, dove la sopravvivenza è il passaggio naturale perché possano crescere quelle nuove; forse perché anch’io sono a fine stagione ed attendo presso l’ultima stazione il treno che mi condurrà alla casa del Padre, che mi immagino con la barba simile alla mia.