Capolavori alla “Zani” di Cellatica
Alla casa museo della fondazione sono esposte sino al 25 ottobre tre opere importati della storia dell’arte italiana
La Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani (Via Fantasina, 8 – Cellatica) espone fino al 25 ottobre tre capolavori della storia dell’arte italiana: tra di essi, il più prestigioso è la “Cleopatra Barberini” di Giovanni Lanfranco, donata dal pittore per testamento al compositore Marco Marazzoli come riconoscimento per le lezioni di musica impartite alla figlia, il quale a sua volta provvide al lascito a favore della famiglia Barberini, suoi mecenati fin dal 1629, quando il Marazzoli divenne musicista di corte del cardinale Antonio.
Connotazione. L’opera è databile tra il 1626 e il 1634, fra l’arrivo del Marazzoli a Roma e la partenza del Lanfranco per Napoli (avvenuta nel 1634), o, come sostenuto da Erich Schleier, fra il 1630 e il 1633. Il dipinto è caratterizzato da un’accesa connotazione teatrale, messa ancor più in evidenza dal contrasto tra il candido incarnato di Cleopatra, la sua espressività e lo sfarzoso drappo in velluto unito rosso doppiato con un elegantissimo panno oro, che rappresenta il fiore all’occhiello del quadro; la libertà di tocco e la fluidità del panneggio rende inoltre l’opera di sorprendente modernità. “Una Cleopatra mezza figura al naturale di mano di Lanfranco con la cornice indorata che, insieme ad altre due tele di Lanfranco viene legata ai principi Barberini”, si legge nel testamento del musicista. Un pittore, Lanfranco, che con la sua arte segnò le corti di Parma, Roma e Napoli, ma per molto tempo dimenticato dalla critica, nonostante con la sua pittura fu probabilmente il primo maestro a realizzare un linguaggio barocco in Italia.
Opera. In contemporanea vengono esposte altre due prestigiose tele: “Capriccio con rovine di tempio” e “Chiesa e capriccio con veduta della laguna di Venezia” di Francesco Guardi. Nato nel 1712, Guardi fu uno dei maggiori interpreti della gloriosa stagione del vedutismo veneziano; esordì come pittore con il fratello Giovanni Antonio e soggetti preferiti delle sue opere furono sempre Venezia e la sua laguna; morì nel 1793, vivendo in prima persona il declino della Serenissima, che l’artista mise in scena nelle sue tele, spesso segnate da una velata malinconia, ben visibile nei numerosi paesaggi nati dalla sua immaginazione e suggeriti dagli edifici in rovina sulle isole solitarie della laguna veneziana. Per informazioni e prenotazioni su “L’Opera ospite. La Cleopatra Barberini, affetti barocchi nel dipinto di Giovanni Lanfranco”, è possibile telefonare al numero 030 2520479 oppure inviare una mail all’indirizzo info@fondazionezani.com .