#Unione dell’uguaglianza: Ue ritira il documento
Continua a far discutere (soprattutto in Italia) il documento interno della Commissione europea, di cui anche il Sir ha parlato ieri, intitolato “#Unione dell’uguaglianza”. La commissaria europea alla Parità, Helena Dalli, ha però deciso oggi di ritirare il testo. “L’iniziativa di elaborare linee guida come documento interno per la comunicazione da parte del personale della Commissione nelle sue funzioni aveva lo scopo di raggiungere un obiettivo importante: illustrare la diversità della cultura europea e mostrare la natura inclusiva della Commissione verso tutti i ceti sociali e le credenze dei cittadini europei”. La commissaria intesta dunque a se stessa la volontà di stendere e diffondere il documento. “Tuttavia, la versione delle linee guida pubblicata non serve adeguatamente questo scopo. Non si tratta di un documento maturo” e, aggiunge, “non soddisfa tutti gli standard di qualità della Commissione”. All’interno dell’esecutivo – voci ben informate indicano direttamente la presidente Von der Leyen – sono cresciute nelle ultime ore le obiezioni e le contestazioni. Dalli afferma: “le linee guida richiedono più lavoro. Ritiro quindi le linee guida e lavorerò ulteriormente su questo documento”.
Oggi l’eurodeputata Patrizia Toia (gruppo dei Socialisti e democratici) rivolge a sua volta una interrogazione scritta all’esecutivo, nella quale si legge: “in tale documento è stato previsto, accanto a proposte condivisibili, la raccomandazione di non utilizzare nomi tipici di una religione (come Maria e Giovanni) e di non usare l’espressione ‘Buon Natale’”. Toia domanda: “la Commissione ritiene che vi sia rispetto del pluralismo e delle diverse identità se si negano le parole che ricordano l’identità e storia di uno dei patrimoni religiosi che ha fondato, con altri, il bagaglio culturale e ideale dell’Europa e non ritiene, invece, che la necessaria neutralità delle istituzioni si realizzi attraverso la tutela del riconoscimento e della libertà di espressione anche religiosa, vera garanzia del pluralismo?”. L’europarlamentare chiede ancora: “poiché la cancellazione delle parole discrimina rispetto ad una fede diffusa in Europa, non si arriva con le ‘Linee’ al risultato opposto a quello dichiarato, cioè l’esclusione anziché l’inclusione?”. “La Commissione non ritiene che sia più rispondente all’ideale europeo dell’Unità nella diversità riconoscere pienamente, tra le altre, l’identità del patrimonio cristiano che non è solo dei credenti ma è patrimonio di storia, di conoscenza e fratellanza universale dei popoli europei?”. Infine: “a proposito di identità, quale sarebbe la discriminazione nell’uso della parola Europeans?”.