Un Paese sempre più martoriato chiede la pace
SI fa sempre più grave la situazione in Ucraina alla vigilia di un possibile terzo round dei negoziati con la Russia
A poche ore dal terzo round dei colloqui Ucraina-Russia, la Russia, secondo l'esercito ucraino, ha iniziato ad "ammassare le proprie risorse per prendere d'assalto Kiev"; da Mosca, che ha intensificato nella notte gli attacchi su varie città invece, l’annuncio di un cessate in fuoco nelle prossime ore per permettere i corridoi umanitari in diverse città ucraine.
"Catastrofica", secondo il consigliere della presidenza ucraina, Oleksiy Arestovich, la situazione alla periferia di Kiev. Lì e in altre città, tra cui Mariupol, decine di migliaia di persone attendono di poter evacuare.
"Siamo pronti a discutere alcuni modelli non Nato. Per esempio ci potrebbero essere delle garanzie dirette da parte di Paesi come gli Usa, la Cina, la Gran Bretagna, forse la Germania e la Francia. Siamo aperti a discutere queste cose in un più largo, non solo in discussioni bilaterali con la Russia ma anche con altri partner": lo ha detto in un'intervista Arakhamia, capo negoziatore ucraino e leader del partito di Zelenski nel parlamento di Kiev, alla vigilia del terzo round di colloqui con Mosca. "Le uniche parti su cui è quasi impossibile essere d'accordo - ha detto ancora - sono la Crimea e le sedicenti repubbliche (del Donbass) che la Russia insiste che riconosciamo come indipendenti.Questo non è accettabile per la società ucraina. Non sono i politici, ma il popolo ucraino che non vorrà mai che accada".
"La Russia ha annunciato che domani bombarderà le nostre industrie di difesa. Molte di queste sono nelle nostre città, con i civili attorno. E' un omicidio. E non vedo nessun leader mondiale reagire a questo oggi, nessun politico occidentale". Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un nuovo video. "Immagina il senso di impunità degli aggressori che annunciano in anticipo le loro atrocità. Tutto perché non c'è alcuna reazione. E' come se tutti i leader occidentali fossero spariti oggi. - - Spero che almeno reagiranno domani. L'audacia dell'aggressore è un chiaro segnale per l'Occidente che le sanzioni che ha imposto non sono sufficienti. Non puoi nasconderti da questo. Non puoi nasconderti dai nuovi omicidi in Ucraina”.
Sul campo, intanto, la situazione sta diventando sempre più drammatica.A Mariupol, nel sud del Paese, la fuga dei 200mila civili dai bombardamenti russi appare un'impresa quasi disperata.E' stata la Croce Rossa, dopo il secondo tentativo in 48 ore di aprire i corridoi umanitari, a comunicare il fallimento delle evacuazioni. E la guerra continua, su tutti i fronti. Al sud, dove i russi sarebbero pronti a colpire Odessa, ma anche nella capitale, sempre più stretta d'assedio con pesanti raid nei sobborghi. E vittime tra i civili.
Intorno a mezzogiorno le autorità di Mariupol hanno annunciato l'apertura dei corridoi per i profughi. Ma nello spazio di un respiro le speranze degli abitanti della città sul Mar Nero, tra le più bersagliate dall'inizio dell'invasione russa, sono state soffocate. "Tra scene spaventose di sofferenza umana, un secondo tentativo di iniziare l'evacuazione di circa 200.000 persone è stato interrotto", ha comunicato il Comitato internazionale della Croce Rossa, che avrebbe dovuto gestire l'operazione.
Il Cremlino ha accusato le autorità di Kiev. La versione di Mosca è che i civili vengono utilizzati dai "nazionalisti" come "scudi umani" per guadagnare tempo. Per gli ucraini, invece, i russi hanno continuato a sparare mentre si radunavano i convogli.
Il prolungato assedio di Mariupol sembra confermare che l'obiettivo di Putin in questa fase sia quello di far collassare il nemico dall'interno, nella misura in cui l'avanzata sul terreno delle sue truppe continua ad essere rallentata da una forte resistenza delle forze ucraine (assistite da 100mila volontari, secondo la Guardia Nazionale). Così anche a Kiev, dove i mezzi dell'Armata sono fermi da giorni a decine di chilometri dal centro, c'è stata un'accelerazione nei bombardamenti e nei colpi di artiglieria sui dintorni della capitale.
Una delle località più bersagliate è stata Irpin, a 20 km a nord-ovest, dove proiettili di mortaio avrebbero colpito un ponte utilizzato dai civili in fuga. Uccidendo otto persone, ha denunciato il sindaco. Tra le vittime, anche una madre e due bambini, come documenta una foto shock pubblicata dal New York Times.
Nel centro del Paese i russi hanno distrutto l'aeroporto di Vinnytsia, ma soprattutto, è l'allarme di Kiev, vogliono prendere il controllo della diga della centrale idroelettrica di Kaniv. Un'altra chiave per vincere lasciando al buio la nazione, come dimostra la conquista della centrale nucleare di Zaporizhzhia.
Sul fronte, invece, delle azioni diplomatiche, dopo le speranza delle scorse ore, sembra che mediazione del premier israeliano Naftali Bennett non riesca a decollare, anche se ha risentito telefonicamente Vladimir Putin e ha poi consultato Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. La sensazione è che l'obiettivo minimo del premier israeliano sia quello di arrivare a una tregua che possa "favorire il dialogo", come ha lui stesso detto.
Nulla trapela sul contenuto delle conversazioni ma a descrivere l'atmosfera che si respira intorno a questi tentativi è stato proprio il presidente francese, che ha parlato quasi due ore con Putin: lo zar è sempre "molto determinato" nel voler conseguire i suoi obiettivi. Tanto da confermare a Macron che andrà avanti in ogni modo per raggiungerli: "Se non con il negoziato, lo farà con le operazioni militari". In sostanza, ha riferito l'Eliseo, la Russia chiede sempre la "denazificazione" dell'Ucraina, la sua "neutralizzazione", il riconoscimento dell'annessione della Crimea e dell'indipendenza del Donbass.
Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha chiamato Putin e anche lui ha fatto sapere di avergli chiesto di "garantire il cessate il fuoco e aprire corridoi umanitari". Ma il Cremlino tace e bombarda in un crescendo di accuse ai "neo-nazisti" ucraini, che certo non favoriscono il dialogo.
Che la situazione sia sempre più difficile lo conferma l'accorato appello di Volodymyr Zelensky, che dal bunker nel quale dirige le operazioni questa volta ha usato toni diversi nei confronti dei partner occidentali: "Vi chiediamo ogni giorno una no-fly zone, se non ce la date, almeno forniteci aerei per proteggerci. Se non ci date neanche questi, rimane una sola soluzione: anche voi volete che ci uccidano lentamente. Questa sarà anche responsabilità della politica mondiale, dei leader occidentali. Oggi e per sempre". Si tratta di un richiamo forte all'Occidente i cui protagonisti sembrano però impotenti rispetto all'escalation russa.
Oggi infatti la Polonia ha ufficialmente chiuso la porta alla possibilità di fornire alcuni dei loro aerei all'Ucraina, idea sponsorizzata da Washington, mentre da Mosca il ministero della Difesa minacciava ancora i Paesi confinanti. Qualunque Paese ospiti aerei militari ucraini "sarà coinvolto nel conflitto". "Sappiamo che ci sono alcuni aerei da combattimento in Romania e in altri Paesi confinanti. Vogliamo sottolineare che l'uso futuro di questi aerei contro la forze armate russe potrebbe essere considerato come un coinvolgimento di questi Paesi nel conflitto armato", ha tuonato la Russia.
È in questo clima oggi dovrebbe partire il terzo round negoziale tra Russia e Ucraina ma al momento non si ha alcuna certezza che possa realizzarsi visto che fioccano le accuse incrociate su chi non permette l'apertura di corridoi umanitari.
Nel frattampo, continua ad umentare il flusso di ucraini in fuga dal loro Paese. L'Unchr, l'agenzia Onu per i rifugiati stima che siamo già oltre 1,5 milioni. 14mila sono quelli già arrivati in Italia.