Siria: continua l'agonia
Nel Paese si susseguono le ondate di violenza. Gli scontri più violenti nei sobborghi della capitale Damasco. Fra le vittime molti i bambini. A Radio Vaticana il nunzio apostolico, il card. Mario Zenari, ha descritto la drammatica situazione
Non si ferma la nuova ondata di violenze nei sobborghi orientali di Damasco. A dare conto della situazione drammatica è un lungo servizio di Radio Vaticana. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti umani, si legge sul stio dell’emittente vaticana, altri cinquanta civili hanno perso la vita a causa dei raid aerei sferrati dal governo siriano sulla Ghouta orientale, località ad est della capitale in mano ai ribelli e assediato dalle truppe di Assad. Le stime dei gruppi indipendenti riferiscono che da domenica sono 194 le persone che hanno perso la vita nell'enclave, circa 500 i feriti. Tra le vittime si contano anche 52 bambini e 29 donne, hanno precisato gli attivisti. L'agenzia di stampa ufficiale siriana attribuisce invece ai ribelli gli attacchi a colpi di mortaio sul centro di Damasco, che avrebbero causato almeno 5 morti e 50 feriti.
Unicef Italia parla di eccidio peggiore di quello di Aleppo e ricorda altri 60 bambini uccisi nel mese di gennaio. L’agenzia Onu per l’infanzia sostiene che nel Ghuta orientale, dove vive il 95% dei siriani sotto assedio, è in corso “una vera emergenza umanitaria”. In questa zona risiedono circa 400mila civili e il regime intende riprenderne il controllo per porre fine ai lanci dei missili da parte dei ribelli sulla capitale. Intanto nel nord della Siria, al confine con la Turchia, aumenta la pressione delle truppe di
Ankara su Afrin, città controllata dalle milizie curde dell'Ypg. Il presidente Erdogan ha annunciato ai deputati dell’Akp che l’esercito metterà sotto assedio il centro della città, “per rendere la regione sicura e vivibile”. Intervento confermato anche dal ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu che, nel corso di un'intervista con l'emittente Kanal 24, ha affermato che la Turchia vuole impedire che le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg) creino un ''corridoio del terrore'' che divida la Siria.
La situazione di violenza nella capitale viene descritta da Radio Vaticana con l’aiuto del Nunzio apostolico in Siria, il card. Mario Zenari, che si fa portavoce delle timori dalla comunità cristiana e di tutte le famiglie con i bambini in età scolastica.
“La settimana scorsa -è la sua testimonianza - alcune scuole cristiane sono rimaste chiuse perché, naturalmente, è sempre un rischio mandare i propri figli a scuola, visti i razzi e i mortai che sono caduti soprattutto nella zona di Damasco vecchia, dove ci sono i quartieri con le scuole cristiane. I razzi cadono un po’ dappertutto a Damasco, anche se un po’ più frequentemente in queste zone dei quartieri cristiani”.
Il card. Zenari registra “una recrudescenza che non si vedeva da un po’ di tempo” e “un accanimento con dei combattimenti, con morti e feriti”. “Si presume – si dice ancora il porporato – che siano ribelli, come risposta agli attacchi che i governativi fanno sul Ghouta”. Il Nunzio esorta quindi tutti alla preghiera per la pace indetta per venerdì 23: “Confidiamo nell’arma della preghiera”.