Sbarchi: l'Europa scarica l'Italia
Dal vertice dei ministri degli Interni dei Paesi Ue tenuto aTallin solo un appoggio formale. Un no deciso alla richiesta italiana di aprire i porti anche di altri Paesi per l'accoglienza
Ancora una volta l’Europa volta la testa dall’altra parte, lasciando l'Italia sostanzialmente sola nella gestione dell’emergenza sbarchi. Al temine del vertice dei ministri degli Interni dei Paesi Ue, l’Italia non è andata oltre un sostegno formale per la situazione degli arrivi di migranti; non ci sono state aperture da parte degli altri Paesi Ue sull'utilizzo di altri porti europei oltre a quelli italiani.
Per ora ci sono una serie di impegni: aumentare gli aiuti per la Libia e altri Paesi terzi chiave; rivedere e coordinare meglio le operazioni di ricerca e soccorso, il che comprende anche un codice condotta per le ong, far crescere di numero i rimpatri assistiti. In particolare, "si è deciso di provvedere a finanziamenti adeguati per il Fondo Africa, attraverso contributi degli Stati Ue. A tal fine l’Italia contribuirà con 32 milioni di euro, ha annunciato il ministro degli Esteri Alfano.
Nulla di fatto invece per l’apertura dei porti stranieri alle navi cariche di migranti. No da Germania, Francia, Spagna, Belgio. Il ministro dell’Interno Minniti ha assicurato però che di questo nei prossimi giorni si discuterà con fermezza. Per Loris De Filippi, presidente di Medici Senza Frontiere "c'è un continuità degli ultimi summit sul fronte della deterrenza, mentre non ci sono aperture sul fronte della condivisione. Non c'è stata una creazione di un sistema di ricerca e soccorso europeo, non c'è stata l'apertura di canali umanitari sicuri, non c'è stata una discussione globale sul trattato di Dublino".