Putin non si fermerà di fronte alle sanzioni
Una riflessione sul conflitto Russia-Ucraina e sul ruolo che gioca la comunicazione nel raccontare le guerre contemporanee. È quella proposta alla cittadinanza dal Gruppo Foppa che ha invitato Francesco Semprini, reporter di guerra e giornalista de 'La Stampa' e Anna Masera, giornalista che da anni si occupa di comunicazione digitale e web. L'Europa, per la prima volta dallo scoppio della Seconda guerra mondiale, si trova alle prese con bombardamenti, eserciti e missili in casa propria. Una guerra con una storia complessa che risale al 2014, quando la Russia occupò militarmente la Crimea e per la prima volta il Donbass, la zona est dell'Ucraina, dove vennero autoproclamate due repubbliche autonome che nessuno ha riconosciuto. La situazione è rimasta congelata da allora, finché Putin non ha ricominciato ad avanzare pretese sull'Ucraina muovendo le sue forze militari in un modo che ricorda molto quanto accaduto in Georgia nel 2008.
“È un conflitto – afferma Francesco Semprini - cui la Russia si preparava da più da dieci anni. Ma noi ce ne siamo accorti solo tre mesi fa. Una guerra diversa da quelle che abbiamo conosciuto. La prima che si combatte sul campo, impiegando uomini e armi tradizionali, con lo spauracchio del ricorso all'atomica e che si combatte in rete, sui social media e sul web, utilizzando la guerra dell'informazione, la cosiddetta infowar”.
Grazie alla tecnologia la guerra entra in tempo reale nelle nostre case con le immagini e i video postati dai professionisti della comunicazione, dai politici, dal presidente ucraino Zelensky, dai cittadini ucraini trasformati a loro volta in giornalisti e reporter per raccontare in presa diretta cosa succede nel loro Paese al resto del mondo. Ma lo stesso terreno è preda di chi vuole fare disinformazione diffondendo notizie false. Ancor più che per i conflitti del passato è dunque di fondamentale importanza un approccio critico.
“Abbiamo visto come la pandemia - spiega Anna Masera - abbia fatto nascere una fase di infodemia, cioè la diffusione di una quantità eccessiva di informazione, talvolta mista a disinformazione, che rende problematico orientarsi per la difficoltà di individuare fonti affidabili. Se a tutto ciò aggiungiamo il proliferare delle fake news, capiamo quanto sia importante filtrare e vagliare con attenzione le notizie, controllare l'autorevolezza di chi le diffonde e divulgarle solo quando sono state verificate”.
Quali scenari aspettarci nel prossimo futuro? “Difficile dirlo – conclude Semprini – considerando il ruolo che la Russia è tornata a ricoprire negli ultimi vent'anni sullo scacchiere internazionale delle guerre. Putin non si fermerà davanti alle sanzioni. Il timore di tutti è la prospettiva di un conflitto, sul campo e mediatico, che si logora lentamente. Ma che già ora fa intravedere un impatto economico devastante”.