Piccolissimi segnali di apertura verso il dialogo?
Putin dalla piazza Rossa rigetta l'ipotesi di una nuova guerra globale e Macron, da Strasburgo, ricorda che la pace va ricercata senza spiriti di rivalsa e con l'intento di umiliare qualcuno. Anche se le operazioni militari in Ucraina continuano, queste potrebbero essere le basi di ridare spazio all'azione delle diplomazia
“Non rinunceremo mai al nostro amore per questo Paese, alla fede, ai valori tradizionali, ai costumi tradizionali e al rispetto per tutti i popoli e le culture”. Queste le parole del presidente della federazione russa Vladimir Putin, nel giorno in cui il Paese ha celebrato la sconfitta della Germania nazista nel 1945.
Nel suo discorso, che ha tenuto il mondo con il fiato sospeso, Putin ha approfittato per lanciare critiche all’Occidente, che a detta del capo del Cremlino sembrerebbe “determinato a cancellare questi valori millenari”. Putin ha parlato di un “degrado morale” che avrebbe “aperto la strada a ciniche falsificazioni della storia della Seconda guerra mondiale, tentativi di incitare alla russofobia, glorificare i traditori, deridere la memoria delle loro vittime e spazzare via il coraggio di coloro che hanno combattuto e sofferto per la vittoria”.
In riferimento all’attuale conflitto in Ucraina, il presidente ha continuato: “A dicembre scorso abbiamo proposto di concludere un accordo sulle garanzie di sicurezza e la Russia ha invitato l’Occidente a un dialogo onesto, per cercare soluzioni di compromesso ragionevoli nel rispetto degli interessi reciproci. Tutto invano. I Paesi della Nato non hanno voluto ascoltarci” e questo dimostrerebbe che “i Paesi occidentali in realtà avevano piani molto diversi. E lo abbiamo visto”. Il leader russo, però, ha anche sottolineato che il mondo non deve più conoscere gli effetti devastanti di un conflitto globale. Un piccolo, piccolissimo segnale incoraggiante soprattutto se letto in relazione, a differenza con quanto anticpatodall’Intelligence britannica, al mancato annuncio di ulteriori operazioni in Ucraina.
Una prima replica alle parole di Putin è arrivata da Kiev, dove il presidente Volodymyr Zelensky ha denunciato che l’aggressione al suo Paese “getta disonore sulle Forze armate russe“. Il capo di Stato ha aggiunto: “Non va dimenticato ciò che i nostri predecessori hanno compiuto durante la Seconda guerra mondiale, che ha ucciso più di otto milioni di ucraini”, quindi ha annunciato: “Molto presto, ci saranno due Giornate della vittoria in Ucraina, e qualcuno non ne avrà”.
Quasi in contemporanea alle celebrazioni sulla piazza Rossa, l’Europarlamento di Strasburgo ha ospitato la chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa, con una sottolineatura particolare per il 72° anniversario della Dichiarazione di Schuman, che il 9 maggio 1950 sanciva il primo esempio embrionale di Unione europea
Nella sede del Parlamento europeo, i cittadini europei partecipanti e i rappresentanti delle isitituzioni coinvolte si sono riuniti per celebrare il termine del procedimento e immaginare insieme il suo seguito. Anche qui le attenzioni si sono concentrate sulla guerra in corso nel cuore dell’Europa. Dal Palazzo del parlamento, però, sono giunti segnali dal torno distensivo. A lanciarli è stato Emmanuel Macron, presidente di turno del Consiglio Ue, che ha aperto il suo intervento citandouno dei passaggi più noti della dichiarazione di Schuman. “La pace mondiale può essere garantita solo con sforzi creativi all’altezza dei pericoli che la minacciano”. SI tratta, ha ricordato, di parole più che mai attuali, con l’Ucraina che si batte per la libertà. Per questo motivo il presidente francese ha sottolineato che oggi gli sforzi creativi sono ancor più necessari di ieri. Di fronte a questa sfida, ha sottolineato, serve un’Europa più forte e sovrana. “La cosa più preziosa che abbiamo – sono state ancora le sue parole - è la democrazia e questo sforzo inedito deve essere pienamente associato al processo di trasformazione, al confronto di idee e alle soluzioni. Alcune vanno riviste ma tutte vanno considerate”.
“Continuiamo a sostenere l’Ucraina, il suo popolo e il suo presidente. Evitare l’escalation e la presa del paese è il nostro obiettivo”, ha continuato il presidente francese, ricordando che la mobilitazione europea a favore dell’Ucraina non è una dichiarazione di guerra nei confronti della Russia. L’Europa, ha ricordato Macron, sta lavorando per il ritorno della pace nel continente. “Non sta che all’Ucraina definire le condizioni negoziali ma siamo al suo fianco per ottenere il cessate il fuoco che dia il via alla pace. Saremo lì per la ricostruzione del paese. Servono nuovi equilibri di sicurezza e non bisogna cedere alle tentazioni né dell’umiliazione né dello spirito di rivalsa”.