Nord Europa sott’acqua: Parla un volontario
Parla Andreas Archut, portavoce dell’ordine dei Cavalieri di Malta, una delle tante organizzazioni di volontariato al lavoro sul campo. Sta aiutando nell’allestimento a Swisttal-Heimerzheim di un campo per accogliere gli alluvionati. Racconta: "i numeri delle vittime crescono. La gente ha perso tutto, l'emergenza durerà anni". Ma testimonia anche la gara di solidarietà in atto nel Paese
Le gravi inondazioni nella Renania-Palatinato e nel Nord Reno-Westfalia hanno ucciso più di 130 persone, centinaia sono rimaste ferite e molte sono ad oggi, ancora disperse. “È una vera catastrofe, di una dimensione che non avevamo mai visto. C’erano state in passato inondazioni, anche del Reno, ma mai con questa violenza, che in poco tempo ha portato così tanta distruzione”.
A raccontarlo è Andreas Archut, portavoce dell’ordine dei Cavalieri di Malta, i “maltesi”, una delle tante organizzazioni di volontariato che si sono subito mobilitate. Archut e i suoi 40 compagni in particolare hanno aiutato nell’allestimento a Swisttal-Heimerzheim (Nord-Reno-Westfalia) di un campo di emergenza.
Come è la situazione?
Nel Nord Reno-Westfalia sono oltre 60 i morti, ancora si contano dei dispersi. Ma sono numeri che continuano a cambiare di ora in ora. Sono circa 10mila le persone che hanno perso tutto, migliaia le case distrutte o danneggiate e inabitabili. Ma nessuno riesce ancora a calcolare le dimensioni della catastrofe.
Come funzionano i soccorsi?
Noi “maltesi” abbiamo contribuito ad allestire e gestire un rifugio di emergenza a Swisttal-Heimerzheim, a sud di Colonia, per ospitare le persone che hanno perso la casa o vivono in zone che sono state evacuate. Anche la scuola e il palazzetto dello sport di Swisttal sono diventati centri di accoglienza e rifugi per la notte, o per chi ha bisogno di risposare. Più di mille persone sono state ospitate. Diverse centinaia di persone sono invece state trasferite negli alberghi delle città vicine. Ci occupiamo anche di distribuire il cibo, portato dai grandi produttori alimentari. Ieri una panetteria ha portato una montagna di dolci alle nocciole e questo aiuta un po’ anche il morale. La caserma della polizia federale ha messo a disposizione la sua struttura, la sua cucina. Noi maltesi siamo andati a prelevare il cibo e lo abbiamo distribuito in diversi punti dove sono state allestite delle mense.
Nonostante tutto il trambusto, ci sono occasioni per scambiare qualche parola con le persone. Sono disponibili alcuni sacerdoti… Noi lavoriamo insieme ad altre organizzazioni, in primis la Croce Rossa. I nostri volontari sono preparati per queste emergenze. Ma devo dire che in generale una grossa parte delle persone che stanno aiutando nelle zone della catastrofe sono volontari.
Come hanno reagito le persone colpite?
C’è una enorme gratitudine nei confronti di chi aiuta. Hanno perso tutto e che non sanno come faranno ad andare avanti, ma non si sentono soli in questo. Sentiamo anche una grande disponibilità ad aiutare anche da parte della popolazione: molti vogliono dare una mano.
Ieri durante la giornata in tantissimi si sono presentati per aiutare, o per portare vestiti, coperte, cose che pensavano fossero utili. Al punto che anche per noi è stata una difficoltà riuscire ad organizzare tutto e anche trovare un posto dove mettere le cose che venivano donate. Anche donazioni in denaro hanno cominciato ad arrivare. E questo aiuta tanto le persone colpite.
Quanto durerà l’emergenza?
In alcuni ambiti durerà anni. L’acqua ha portato via tutto: infrastrutture come le strade e l’autostrada A160 è stata spazzata via. E questo è anche un problema perché non si riesce a raggiungere le zone colpite. Sarà un problema anche per cominciare a ripulire e a ricostruire. Tutte le condutture di acqua, gas, elettricità sono interrotte. L’emergenza e i bisogni cambiano di giorno in giorno, ma sicuramente ci vorrà molto tempo, e sarà necessario uno sforzo enorme per la nostra regione.