L'Afghanistan nel caos
Continua l’avanzata talebana in Afghanistan giunta ormai a 11 km dalla capitale Kabul. Mancano pochi giorni alla fatidica data del 31 agosto che segnerà il ritiro completo delle Forze Usa e Nato dal Paese. In meno di una settimana oltre il 65% del Paese asiatico è caduto in mano talebana, comprese le città strategiche di Herat, Lashkargah, Kunduz e Kandahar. Le popolazioni sono in fuga. Secondo l’Unhcr “quasi 400mila persone sono stati costrette a lasciare le loro case dall’inizio dell’anno, andando ad ingrossare le fila dei circa 3 milioni di afgani già sfollati interni in tutto il Paese alla fine del 2020. Dall’inizio di quest’anno, quasi 120mila afghani sono fuggiti dalle aree rurali e dalle città di provincia verso la provincia di Kabul”. Per accoglierli sono stati aperti capannoni, scuole, moschee, locali pubblici e privati. In fuga dalla guerra ora rischiano di trovarsi proprio sul fronte. Fonti locali contattate dal Sir a Kabul confermano la gravità della situazione e invitano a “pregare per l’Afghanistan”.
E il Papa all'Angelus si è detto preoccupato per la situazione.
“Vi chiedo di pregare con me il Dio della pace – l’appello del Santo Padre – affinché cessi il frastuono delle armi e le soluzioni possano essere trovate al tavolo del dialogo. Solo così la martoriata popolazione di quel Paese – uomini, donne, anziani e bambini – potrà ritornare alle proprie case, vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco”.
Quindi il pensiero ad Haiti, colpita dal terremoto, che ha provocato numerosi morti, feriti e ingenti danni materiali: “Desidero esprimere la mia vicinanza a quelle care popolazioni colpite duramente dal sisma. Mentre elevo al Signore la mia preghiera per le vittime, rivolgo la mia parola di incoraggiamento ai sopravvissuti, auspicando che verso di loro si muova l’interesse partecipe della comunità internazionale. La solidarietà di tutti possa lenire le conseguenze della tragedia!”.