Islanda: vita negata ai bambini Down
In Islanda si registrano sempre meno nascite di persone con la sindrome di Down, le percentuali sono quasi prossime allo zero. Cbs news ha dedicato un focus al fenomeno e all'aumento esponenziale dell'utilizzo del test prenatale in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il numero dei nati con sindrome di Down è sceso in tutta l'area occidentale, ma mai come nel Paese scandinavo
In Islanda si registrano sempre meno nascite di persone con la sindrome di Down, le percentuali sono quasi prossime allo zero. Cbs news ha dedicato un focus al fenomeno e all'aumento esponenziale dell'utilizzo del test prenatale in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il numero dei nati con sindrome di Down è sceso in tutta l'area occidentale, ma mai come nel Paese scandinavo rivela l'inchiesta.
Da quando agli inizi del 2000, in Islanda, come in altri paesi europei, sono stati stati introdotti gli screening delle anomalie fetali, in media, nascono una o due persone con sindrome di Down all'anno, su una popolazione vicina ai 335mila abitanti. Circa l'85% delle gestanti che hanno deciso di sottoporsi agli screening, e praticamente la totalità di quelle che hanno ricevuto una diagnosi di feto con sindrome di Down, con un apposito supporto psicologico presente negli ospedali islandesi, hanno interrotto volontariamente la gravidanza. L'aborto è permesso sull'isola entro le 16 settimane successive alla scoperta della condizione genetica del feto. "Non credo ci sia nulla di male nell'aspirare ad avere un bimbo in salute, ma si tratta sempre di decisioni complicate" sottolinea Hulda Hjartardottir, dell'ospedale di Reykjavik, dove vengono partoriti all'incirca il 70% di tutti i bambini islandesi.
Per le associazioni che si occupano di diritti delle persone Down, quanto sta avvenendo non è un fulmine a ciel sereno, era solo questione di tempo. Lo sottolinea Claudio Arrigoni in un lungo articolo, dedicato al fenomeno, apparso ieri sul Corriere della Sera: vista la tendenza, in Islanda e in Danimarca, si trattava di capire solo “quando” e “dove” tutto questo sarebbe accaduto.
“Dal punto di vista morale è un omicidio. È un delitto ammazzare questi bambini che hanno tutto il diritto di vivere. Provi a chiedere a loro se sono felici e senta le loro risposte”. Ad affermarlo, in un'intervista rilasciata sempre al Corriere, è Lucetta Scaraffia, dal 2007 membro del Comitato nazionale di Bioetica, che ha aggiunto: “Sarebbe bello se un gruppo di ragazzi di tutta Europa con sindrome di Down andasse in Islanda. Coi loro sorrisi dimostrerebbero quanto male fanno con gli aborti mirati”.