I genitori di Charlie si sono arresi
Connie e Cris Gard hanno ritirato la richiesta presentata alla Corte di Londra perché rivedesse il divieto di prolungare i trattamenti sanitari nei confronti del figlio. Una decisione assunta dopo gli ultimi consulti medici. La preghiera di papa Francesco
“Il tempo è scaduto per Charlie e nessuno trattamento può offrire possibilità di successo”: i genitori hanno ritirato la richiesta di rivedere la sentenza presentata alla Corte di Londra chiamata a verificare le prove emerse dal consulto condotto dal team internazionale di medici la scorsa settimana. Secondo quanto emerso dagli ultimi esami medici, Charlie ha sofferto di “atrofia muscolare estensiva” che risulta irreversibile per cui, ha spiegato l’avvocato, “non è più nell’interesse superiore di Charlie proseguire con i trattamenti”. I genitori, sempre secondo quanto riferito dai media inglesi, hanno deciso di “creare una fondazione per altri malati di patologia mitocondriale perché i trattamenti siano il più tempestivo possibile”. Il giudice Nicholas Francis ha “reso un tributo” ai genitori di Charlie: nessun genitore avrebbe potuto fare di più.
La mamma Connie Yeats, prima che la seduta fosse sciolta, ha detto alla corte che non “c’è morte cerebrale”, ma la decisione è stata presa sulla base dell’ultima risonanza magnetica. La malattia è avanzata a un punto di non ritorno, ma non ci sono prove che stia soffrendo. “Non ci sono vincitori, non è troppo tardi per altri. Lo dobbiamo a lui, fare sì che la sua vita non sia vana”, ha concluso Connie Yates, con accanto il marito, rivolgendo un grazie agli avvocati, all’ospedale.
Con la voce rotta dal pianto, Cris Gard, il padre di Charlie, di fronte all’entrata della Corte di Londra ha letto una dichiarazione: “Passeremo gli ultimi momenti con Charlie” che “non arriverà al suo primo compleanno”. Charlie è nato il 4 agosto 2016. “Se Charlie fosse stato curato prima” con la terapia americana avrebbe “avuto la possibilità di essere un bambino normale, in salute”, ha ribadito il padre del piccolo, cosa che già Connie, la mamma, aveva detto di fronte al giudice.
Il Great Ormond Street Hospital (Gosh) ha pubblicato una dichiarazione di cinque pagine, firmata dall’avvocato Katie Gollop, che ha rappresentato l’Ospedale nel processo, proprio per fare luce sul dubbio dei genitori. Nei mesi, a venire, si legge ancora nella nota, “tutti al Gosh dovranno pensare attentamente a che cosa si può imparare da questo caso”.
“Papa Francesco sta pregando per Charlie e per i suoi genitori e si sente particolarmente vicino a loro in questo momento di immensa sofferenza”: auesta la dichiarazione rilasciata dal direttore della Sala Stampa vaticana, Greg Burke, dopo che i genitori hanno annunciato di ritirare la richiesta di rivedere la sentenza dell’Alta Corte con la quale è stato stabilito di staccare il respiratore che tiene in vita il piccolo. “Il Santo Padre chiede di unirci in preghiera perché possano trovare la consolazione e l’amore di Dio”, ha concluso Burke.