GB:al voto con l'incubo terrorismo
La Gran Bretagna domani al voto. Una tornata elettorale nata sotto la spinta della Brexit è stata sempre più condizionata dagli attentati che si sono susseguiti. Sul filo di lana si deciderà la corso tra la premier May e il leader dei laburisti Jeremy Corbyn. La polizia londinese ha identificato il terzo attentatore: si tratta di un 22enne di origini marocchine e di nazionalità italiana
Mentre la polizia ha confermato l'identità del terzo killer di Londra, il 22enne Youssef Zaghba di origini marocchine ma di nazionalità italiana perché la mamma vive a Bologna, in Gran Bretagna, e l'imprenditore bresciano che ha vissuto in prima persona gli attentati del London Bridge, ha fatto ritorno a casa, è ripresa con toni accesi la campagna elettorale per il voto politico di domani, 8 giugno.
I laburisti sono in rimonta e chiedono le dimissioni della premier per motivi di scarsa tutela della sicurezza nazionale. La May, per anni ministro degli Interni, è accusata per i ripetuti tagli che avrebbero ridotto le capacità della polizia impoverita. E così elezioni nate sull’onda della Brexit hanno finito con l’essere poco o nulla legate al processo di uscita dall’Unione europea. I ripetuti attentati a Londra e a Manchester hanno dimostrato che l’Unione Europea e la discussione Brexit sono per i britannici un tema importante ma non quello centrale. Con l’avvicinarsi del voto è andata prendendo piede la discussione su chi sia più adatto a governare.
La May, secondo gli osservatori internazionali, sembra avere perso: si è presentata con un programma che era poco chiaro e in cui questo concetto di leadership forte e stabile veniva concentrato soprattutto sul tema della Brexit. Quando è stato affrontato il tema della sicurezza oppure del sistema sanitario nazionale a cui negli i conservatori hanno inferto grandissimi tagli il castello di carte della Brexit è andato crollando, lasciando spazio al leader dei laburistit Jeremy Corbyn.
Anche le ultimissime mosse in tema di sicurezza non sembrano giocare a favore della premier in carica. Agli ultimi attacchi di Londra la May ha reagito con quel: “Basta. E’ troppo. Bisogna fare di più” e la proposta di misure restrittive di controllo, addirittura sui social network. Jeremy Corbyn ha puntato invece a una posizione sociale, ad aumentare il numero di persone nell’ambito della polizia. Le elezioni dell’8 giugno potrebbero essere influenzate da queste due soluzioni differenti al problema sicurezza che in realtà, poi, avrà il suo impatto anche sulla Brexit stessa, perché tutti quanti sanno che per migliorare le condizioni c’è bisogno di collaborazione, soprattutto e in particolare con gli altri Paesi europei. E questo potrebbe rappresentare un problema nel momento in cui le negoziazioni per la Brexit sono ancora molto calde e un accordo di qualsiasi tipo lontano dall’essere raggiunto.