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Milano
di GIANNI BORSA 05 giu 2024 07:46

Europee e giovani: più indecisi che disinteressati

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Indecisione più che disinteresse. E relativa fiducia nell’Unione europea. Sono alcune sottolineature che emergono dall’indagine internazionale condotta dall’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo su un campione di giovani italiani, tedeschi, francesi, spagnoli e polacchi fra i 18 e i 34 anni (2.000 gli italiani, 1.000 a testa per Germania, Francia, Polonia e Spagna). L’indagine, condotta tra aprile e maggio, è realizzata in collaborazione con Ipsos, con il supporto del Laboratorio di statistica applicata dell’Università Cattolica e con il sostegno di Fondazione Cariplo. “Coniugare lavoro, sviluppo e ambiente è questa la ricetta che i giovani italiani cercano nella campagna elettorale per le europee”, si legge nel report. “Temi che per interesse si posizionano su livelli anche più elevati rispetto ai coetanei degli altri grandi Paesi europei chiamati al voto (in particolare Germania, Francia, Spagna e Polonia)”.
Come si legge nei dati resi pubblici dall’Istituto Toniolo, il tema del lavoro è indicato dal 14,4% degli under35 italiani intervistati, segue la Spagna con il 13,7%. I cambiamenti climatici sono indicati dal 12,7% nel campione italiano, segue il 10,7% della Francia. La preoccupazione per l’immigrazione è posta dai giovani italiani ai livelli più bassi rispetto a tutti gli altri Paesi confrontati (6,7%), superata dal tema dei diritti umani e democrazia (9,3%, si sale all’11,6% nella fascia dei nuovi elettori 18-22enni).

L’indecisione più che sul recarsi o meno alle urne riguarda i partiti e i candidati a cui affidare la propria preferenza”: è quanto emerge dall’indagine dell’Istituto Toniolo su giovani ed elezioni europee. “Il 68,1% del campione intende partecipare alle elezioni. Chi ha già deciso che diserterà le urne, indipendentemente dai contenuti della campagna elettorale, è il 21,4%, gli indecisi sul disertare o meno le urne sono il 10,5%”. Se poco più di 1 su 5 non andrà a votare, un numero di intervistati di entità analoga ha invece già deciso il simbolo da indicare. “La grande maggioranza, quasi il 60%, è quindi ancora in attesa di decidere chi votare e lo farà informandosi sul programma dei partiti (oltre due su tre lo stanno facendo o intendono farlo)” (ma i dati sono riferiti al 23 maggio).
Ad esprimere fiducia verso l’Unione europea è il 55 per cento degli intervistati. “Si tratta di un valore superiore a quasi tutte le istituzioni politiche italiane, tranne che al Presidente della Repubblica”, si legge nel rapporto del Toniolo. “Solo 1 su 5 pensa, in particolare, che l’appartenenza dell’Italia all’Ue sia un fatto negativo. L’atteggiamento positivo risulta alto soprattutto tra i laureati e tra i più giovani”.
L’aspetto più controverso della visione dell’Unione europea è l’eventualità di ulteriore allargamento, che trova comunque i giovani intervistati più favorevoli (38,6%) che contrari (23,4%).
Le voci che ottengono maggior consenso fra le acquisizioni dell’Ue sono: la libertà di circolazione (67% favorevoli contro 13,9% sfavorevoli), la politica comune in tema di immigrazione (52,% contro 17,2%), seguiti dalla politica energetica e dalla difesa comune (50% contro 16%, temi diventati ancor più sensibili dopo la guerra in Ucraina).

Dall’indagine dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo sulle prossime elezioni europee emerge che il 68,1% dei giovani intervistati dichiara che andrà con alta probabilità a votare. Gli indecisi sul recarsi o meno alle urne sono il 10,5%, mentre gli orientati all’astensione sono il 21,4%. “Tra questi ultimi, ovvero tra chi pensa di non votare, a dirsi non interessato alla politica è 1 su 4 e un numero equivalente non si sente rappresentato da alcun partito”. A considerare inutile il voto è 1 giovane su 5”. Chi ha già deciso chi votare ed è pienamente convinto è solo l’11,7% degli intervistati.
Gli obiettivi assegnati al voto “sono articolati”, specifica l’indagine del Toniolo. “Prevale in senso relativo chi”, tra i giovani italiani, “vuole far entrare in Parlamento persone competenti (maggiore anche rispetto ai coetanei degli altri Paesi). Segue la preoccupazione per la salvaguardia degli interessi dell’Italia. Non trascurabile chi pensa di usare il voto anche in modo strumentale per dare un segnale alla politica interna del Paese”. Attorno al 13% chi vuole promuovere forze e persone nuove (valore inferiore rispetto agli altri Paesi dell’Europa occidentale, superiore solo al dato polacco).
“I giovani italiani non sono disinteressati rispetto all’Europa”, afferma Alessandro Rosina, coordinatore scientifico della ricerca: “in ampia maggioranza intendono recarsi alle urne. L’indecisione maggiore, anche rispetto agli altri Paesi, riguarda il partito e i candidati da scegliere. Sia l’affluenza alle urne che la scelta di chi votare verrà decisa negli ultimi giorni”. Rosina aggiunge: “La grande maggioranza degli under35 italiani è ancora in attesa di trovare gli argomenti giusti e convincenti nella campagna elettorale e lo farà informandosi sul programma dei partiti. Al centro mettono sia alcuni temi che li riguardano direttamente, come l’occupazione e la valorizzazione all’interno dei processi di sviluppo economico, sia grandi questioni del proprio tempo alle quali si sentono molto sensibili, come il cambiamento climatico, i diritti e le diseguaglianze sociali. Si tratta di temi ancor più sentiti dai giovani italiani rispetto ai coetanei europei e sono la leva principale su cui le forze politiche potranno ottenere il loro consenso”.

GIANNI BORSA 05 giu 2024 07:46