Dialogo e "mixité" antidoti al radicalismo
Intervista a padre Renato Zilio, sacerdote scalabriano che vive e opera a Marsiglia, in una parrocchia all'interno della più grande comunità islamica d'Europa
Nei giorni dell’attentato di Nizza più volte i media hanno
parlato della città della Costa Azzurra e di Marsiglia come realtà in cui,
grazie alla presenza di numerose comunità islamiche, era probabile l’annidarsi
di cellule di radicalismo in cui sarebbe stato facile per l’Isis fare
proseliti. Un’analisi che non sta bene a padre Renato Zilio, sacerdote
scalabriano, che da due anni presta la sua missione in una parrocchia proprio
nella parte araba di Marsiglia.
“Nella sua lunga storia
(è stata fondata più di 2600 anni fa, ndr) Marsiglia ha sempre conosciuto vere
e proprie ondate migratorie – afferma il sacerdote – . Nei secoli sono arrivati
greci, armeni, senegalesi, algerini, marocchini, italiani, spagnoli, comoriani,
oggi tutti ormai marsigliesi”. Marsiglia, continua padre Zilio citando Colette
Hamza dell’Icm (Institut catholique Méditerrané, ha una forte tradizione del
vivere insieme di una popolazione mista dal punto di vista culturale e
religioso. La conferma arriva anche dall’attività che gli scalabriniani
svolgono nel contesto urbano e pastorale in cui sono inseriti, in un clima di
dialogo e confronto costante con la comunità musulmana. “Con l’associazione
Enfants d’aujourd’hui, monde de demain – racconta il sacerdote scalabriniano –
lavoriamo con l’obiettivo di sostenere le famiglie e in particolare le donne
del quartiere. L’associazione è frequentata da un centinaio di donne e da circa
150 ragazzi insieme a due importanti gruppi di uomini che frequentano i corsi
per adulti, l’aiuto scolastico ai ragazzi, l’atelier di lettura, il banco
alimentare, il mercatino e i corsi di francese”. Una presenza importante anche
per la stessa comunità islamica. “Spesso riceviamo la testimonianza di uomini e
donne che ringraziano ogni giorno Allah, per la nostra presenza, perché
contribuiamo a garantire un futuro ai loro figli”. A Marsiglìa sono circa
240mila i musulmani, un quarto della popolazione. Una popolazione uscita
dall’emigrazione magrebina, prevalentemente algerina, ma anche subsahariana
e infine comoriana”, racconta lo scalabriniano.
Nelle moschee si riscontrano tutte le tendenze presenti
nell’Islam della Francia, ma, come conferma padre Renato Zilio, si costata in
particolare nei quartieri popolari un aumento delle moschee salafite. Dopo gli
ultimi attentati cresce anche tra i musulmani di Marsiglia la preoccupazione e
l’insofferenza nei confronti di chi usa la religione per giustificare l’uso
della violenza. Sono in molti a Marsiglia ad interrogarsi su questa situazione.
“Vincent Geisser, sociologo all’università di Aix-Marsiglia – afferma il
sacerdote scalabriniano – afferma che il vero problema che assilla quei giovani
che si rendono protagonisti (come è avvenuto a Nizza) di episodi gravissimi non
è l’Islam, ma la violenza, capace di disumanizzare per andare ad assassinare
delle persone che potrebbero essere dei fratelli”.
Ma questo non è per padre
Zilio un fenomeno nuovo, se è vero che più di 20 anni fa, su iniziativa del
sindaco di Marsiglia nacque “Marseille esperance” che riunisce tutti i leader
delle diverse religioni presenti in città chiamati a discutere non tanto di
questioni religiose, ma di ogni problema relativo alla vita delle comunità,
compreso quello della radicalizzazione, frutto distorto, secondo molti
osservatori, di scelte politiche che hanno finito, in anni recenti, col
favorire, anche dal punto di vista urbanistico, la creazione di ghetti che
stanno mettendo a rischio la “mixité sociale” e l’incontro con l’alterità.
Ciononostante, continua padre Renato Zilio, il dialogo esiste a differenti
livelli. C’è quello della vita, ci sono gli incontri quotidiani, c’è il dialogo
tra un gruppo di imam e di sacerdoti che si incontrano ogni due mesi,
affrontando temi diversi in un clima di grande fiducia e di una parola vera”.
Un grande lavoro è anche quello delle strutture educative cattoliche, che
accolgono anche tanti musulmani e il richiamo incessante mons. Pontier,
arcivescovo di Marsiglia, alla fratellanza, unica la via per contrastare
l’insorgere di radicalismi.