Ance: forti preoccupazioni sul caro materiali
I costruttori edili bresciani allarmano sull’impennata dei prezzi dei materiali che mettono a dura prova le imprese del settore, rallentando la ripartenza
La primavera vissuta dal settore edile testimoniata dai dati Istat, che segnalano un incremento di produzione del 27% nei primi nove mesi del 2021 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, è affievolita dall’ombra minacciosa dell’aumento incontrollabile dei prezzi di alcuni materiali primari per la realizzazione delle opere. “Da mesi stiamo assistendo alle dinamiche impazzite dei costi delle materie prime, una tendenza che minaccia gravemente la ripresa e rallenta la realizzazione di infrastrutture necessarie per lo sviluppo del Paese. Le imprese di costruzioni, per i contratti in corso si trovano a sopportare un importante aggravio economico nella realizzazione delle opere. I rialzi dei prezzi delle materie prime, infatti, andranno a ridurre ulteriormente i margini delle imprese, già fortemente compressi nel 2020, oltre al rischio concreto di un blocco generalizzato dei cantieri, nonostante gli sforzi profusi dalle imprese per far fronte agli impegni assunti”, denuncia il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi.
Ance si è attivata sin da subito, coinvolgendo l’intero sistema associativo nazionale, ponendo all’attenzione delle istituzioni la problematica del caro materiali. Da parte sua, Ance Brescia ha dato un considerevole contributo, in particolare individuando le principali percentuali di incremento rilevate, all’elaborazione del documento presentato al Governo, frutto di un lavoro di due mesi di ricerca. A seguito dell’impegno di Ance si è ottenuta una specifica norma che prevede un meccanismo di compensazione a favore delle imprese per aumenti di prezzo, registrati nel primo semestre 2021, superiori all’8% per i lavori pubblici aggiudicati nel 2020, ed eccedenti il 10% se riferiti agli anni precedenti. In attuazione della norma è stato pubblicato un decreto in cui sono indicati i 36 materiali che hanno subito forti aumenti di prezzo nel primo semestre 2021, per i quali saranno conosciute le compensazioni. Il decreto ministeriale che è stato emanato, avendo in realtà operato una media tra i valori forniti da diverse fonti (Ance, Provveditorati, Unioncamere e Istat) non ha recepito completamente i rincari del mercato. Ciò ricade fortemente sulla stabilità delle imprese.
Secondo gli ultimi dati Meps (Management engineering & production services, agenzia leader mondiale nell'analisi sul mercato dell'acciaio), il tondo per cemento armato, a novembre 2021 rispetto a un anno fa, manifesta un rincaro del prezzo base del +226,7%. Parallelamente agli aumenti di prezzo dei prodotti siderurgici, si osservano incrementi tra novembre 2021 e ottobre 2021 anche in altri materiali, come i polietileni, generalmente utilizzati per le tubazioni, i quali registrano un incremento del 69% per quelli ad alta densità e dell’88,2% per quelli a bassa densità, il rame che rincara del 40,2% e il gasolio del 106%.
Dinamiche riscontrate anche nel bresciano. Insieme ai dati positivi di un settore in crescita e pieno di opportunità che secondo i dati annuali sull’occupazione elaborati da Cape, ha calcolato sino a settembre un incremento del numero di addetti del 18,73% rispetto allo scorso anno, pesano drasticamente i rincari dei prezzi dei materiali. Dalla consultazione delle quotazioni di novembre fatta dalla Commissione del Prezziario delle opere edili di Brescia, rispetto ai dati ricavati nello stesso periodo dello scorso anno, si rileva un incremento medio del prezzo sui materiali essenziali per le lavorazioni base dell’edilizia quali il tondo per cemento armato (+80,25%), la rete elettrosaldata (+87,91%) e i laminati mercantili (+82,86%). Sale significativamente anche il costo del trefolo che, rispetto al 2020, rileva un aumento in percentuale media sul prezzo base del 144,9% nel mese di novembre, presumibilmente a causa di una mancanza di reperibilità del prodotto sul mercato.
Accanto ai forti incrementi, da qualche mese, è in atto un’allarmante crisi energetica che sta producendo spinte al rialzo dell’inflazione. A novembre, infatti, è proseguita l’accelerazione dell’inflazione, portandosi a una crescita pari a +3,8% su base annua, un livello che non si registrava da settembre 2008.
Aggiunge il presidente Deldossi: “Le istanze presentate da Ance al Governo e al Parlamento sono la punta dell’iceberg di una problematica che, se trascurata, rischia di riversarsi sull’intera economia. Per non affievolire la ripresa è fondamentale individuare delle strategie finalizzate a contenere gli elevati aumenti dei prezzi delle commodity. Con un settore in tale fermento è impensabile che si possano frenare interi cantieri a causa del caro materiali e della difficoltà di approvvigionamento. Auspichiamo che si possano prevedere quanto prima idonee misure di compensazione anche per i lavori privati al pari di quanto previsto per il settore dei lavori pubblici. L’azione di Ance continuerà affinché si possano trovare soluzioni continuative in grado di contrastare le possibili ripercussioni di ulteriori aumenti imprevisti”.