Viva l’esigenza di compiere scelte lungimiranti
Leggi l'omelia del vescovo Pierantonio Tremolada in occasione del canto del Te Deum
Come ogni anno, anche quello che stiamo per concludere si colloca sotto la benedizione di benedizione di Dio. “Dio abbia pietà di noi e ci benedica” – abbiamo ripetuto con il Salmo responsoriale. La pietà di Dio, cioè la sua invincibile benevolenza, è la ragione ultima della benedizione che Dio sempre ci concede. Se la pietà dice in quale modo Dio si volge a noi, la benedizione dice che cosa ha piacere di fare per noi.
I nostri giorni scorrono – a volte verrebbe da dire troppo veloci – sotto lo sguardo di Dio, uno sguardo non inquisitore ma educativo e quindi amorevole. Egli veglia su di noi, ci accompagna, ci corregge, ci protegge. Lo dice bene un altro Salmo: “Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre e sta alla tua destra. Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita”.
Nella seconda lettura che abbiamo ascoltato, san Paolo ci ricorda che, in Cristo Gesù, Dio si è avvicinato all’uomo in un modo impensabile, ha stabilito con l’intera umanità un’alleanza nuova ed eterna. Ciò che apparteneva solo al Figlio Unigenito è diventato anche nostro e noi pure possiamo rivolgerci a Dio con la parola della massima confidenza: Abba, Padre! Non finiremo mai di stupirci di questa infinita condiscendenza, del dono che abbiamo ricevuto senza merito.
Ci sentiamo anche noi come i pastori di cui parla il brano de Vangelo che è stato proclamato: confusi e insieme ammirati davanti allo spettacolo di un bambino che è deposto in una mangiatoia ed è stato proclamato dagli angeli il Messia di Dio, il Salvatore del mondo. Dio si lega a noi ed entra nella nostra storia per la via dell’umiltà e della tenerezza, condividendo la nostra povertà e offrendoci la sua gloria.
Dal giorno di questa apparizione di Dio tra noi, il corso degli anni porta il sigillo di quest’opera di salvezza. Tutto quello che accade nello scorrere del tempo è sotto il segno della grazia di Dio, che ha voluto condividere il nostro cammino. Egli risponde a ciò che gli uomini compiono giorno dopo giorno sempre e solo con la sua misericordia: al bene con un bene maggiore, al male con un bene che perdona e riscatta.
È ciò che può emergere chiaramente quando ci si pone con giusto atteggiamento di fronte al passato e si prova a ricordarlo nella verità. Ricordare è raccogliere il buon frutto che il passato ci consegna, impedire che la sua ricchezza si disperda, coglierne la valenza perenne, cioè eterna. Il ricordo è una sorta di rivisitazione dell’esperienza vissuta nella luce amorevole di Dio. Con il ricordo, ciò che è accaduto rimane vivo nella sua essenza di bene e attraversa il tempo, trasformandosi in una interpellanza per ogni retta coscienza.
Così vogliamo allora guardare a questo anno che si conclude. Che cosa consegna al nostro ricordo? Che cosa ci appare costruttivo per l’oggi?
Se gettiamo lo sguardo all’indietro nell’anno che è trascorso, il primo pensiero non può che essere alle guerre, in particolare a quelle in Europa e nel Medio Oriente, che non sono ancora cessate. Esse purtroppo continuano, con la loro scia di sangue, con le loro vittime, molte delle quali innocenti. Altri focolai di conflitto si sono accesi sullo scenario mondiale e altri ancora si sono inaspriti.
La folle logica dell’uso indiscriminato della forza come via di soluzione dei contrasti; un esercizio del potere posto a servizio di ideologie e di interessi personali, la ricerca senza scrupoli di un profitto esagerato continuano a provocare in tanti luoghi del mondo enormi sofferenze.
Il compito di quanti sono chiamati a esercitare la responsabilità politica appare oggi più che mai rilevante. La Chiesa da sempre esorta a invocare per tutti coloro che sono a capo dei governi e della Istituzioni Internazionali la sapienza che viene dall’alto e che è capace di promuovere in ogni circostanza giustizia e pace.
Oltre alle tensioni geopolitiche, l’anno che si conclude continua a porre all’attenzione di tutti alcune sfide che permangono rilevanti, in particolare la questione sociale legata alle migrazioni e quella ambientale legata ai cambiamenti climatici. Si sente viva l’esigenza di compiere scelte lungimiranti, che vadano al di là dell’emergenza. Una progettualità che parta dalle situazioni concrete e sia capace di governare i processi, è ciò che tutti consideriamo in questo momento come necessario.
Crediamo che ciò valga anche per altri aspetti del vivere sociale che ci appaiono preoccupanti: il fenomeno molto serio della denatalità, le trasformazioni in atto nel mondo del lavoro, le povertà evidenti e quelle sommerse, le varie forme di dipendenza. Particolarmente pressante ci appare il compito educativo, che chiede di misurarci con il fenomeno di una crescente aggressività e violenza tra i nostri adolescenti e con quello dell’influenza pervasiva e spesso invasiva che hanno sulla loro vita i nuovi mezzi della comunicazione sociale.
Un’altra grande sfida, che ormai si delinea chiaramente all’orizzonte, riguarda l’uso sapiente dell’intelligenza artificiale, di cui si intravedono le grandi potenzialità ma anche i seri pericoli.
Il lavoro che si sta compiendo sinora in questo nostro territorio per far fronte a alle gravi interpellanze e che ha suscitato una feconda collaborazione tra le istituzioni, merita di essere continuato e approfondito.
Sul versante più specificamente ecclesiale, l’anno trascorso ha visto il nostro sincero sforzo di vivere il comando che il Signore ci ha dato, quello di portare al mondo il Vangelo della salvezza.
Non è venuto mai meno l’impegno onesto e generoso di quanti compongono le nostre comunità cristiane, Parrocchie e Unità Pastorali, ma anche Congregazioni Religiose, Associazioni, Movimenti. In particolare penso ai sacerdoti e ai diaconi. Sono personalmente molto felice di esprimere a tutti la mia più sincera gratitudine per quanto insieme stiamo vivendo come Chiesa del Signore.
Anche a livello pastorale abbiamo le nostre sfide da affrontare. Lo stiamo facendo nello stile della sinodalità, come ci invita a fare con insistenza papa Francesco. Ognuno ha il diritto e dovere di contribuire al bene dell’intera Chiesa diocesana, con il suo pensiero e con la sua azione, con la progettualità e con l’attività. Siamo chiamati a condividere la responsabilità che mira a dare sempre più alla Chiesa il volto amabile del suo Signore.
Proprio questo desiderio mi ha portato a immaginare per i prossimi due anni pastorali un percorso che promuova un discernimento del nostro vissuto ecclesiale e che approdi ad un Convegno Diocesano, fissato per l’aprile del 2026. È bello pensare che il prossimo anno giubilare si innesti in questa nostra esperienza di Chiesa. Accogliendo l’appello del santo padre per il Giubileo, vogliamo essere in questo tempo tessitori di speranza, distendendo anche nell’anno che seguirà il Giubileo l’impegno a promuovere intorno a noi fiducia nel futuro e coraggio nell’affrontarlo. Non avremo timore di prendere insieme anche decisioni importanti nella direzione di un’alta qualità evangelica della nostra vita di Chiesa. La nuova proposta per l’Iniziazione Cristiana dei nostri ragazzi già si colloca in questa prospettiva.
Vorrei concludere ricordando altri due eventi che hanno a loro modo caratterizzato questo anno e che si sono svolti entrambi in Francia. Il primo è l’evento delle Olimpiadi. Mi sembra bello raccogliere il buon frutto che ci consegna il ricordo di una simile manifestazione, con i valori del rispetto reciproco, dell’amicizia tra i popoli, dell’eccellenza nel dare il meglio di sé, della passione, dell’impegno e della disciplina come espressioni di una umanità pienamente espressa.
Il secondo è evento è la ricostruzione ultimata della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, in parte distrutta da un disastroso incendio. Una chiesa, sempre amata, che torna ad essere ancora più bella. Immagine suggestiva di una Chiesa, questa volta di pietre vive, che desidera essere per il mondo di oggi sempre più trasparente della grazia di Dio, segno credibile della sua infinita benevolenza.
A Maria, nostra Signora e Regina, cui quella splendida chiesa è dedicata, affidiamo anche la nostra Chiesa viva, questa porzione eletta del santo popolo di Dio.
Ci custodisca nella sua tenerezza, ci sostenga con la sua materna mano, ci guidi giorno dopo giorno nella via della pace.