Una vita nelle mani del Signore
L'intervista a fra Piero Graziani, uno dei tre carmelitani che verranno ordinati il 10 giugno in Cattedrale dal vescovo Pierantonio Tremolada
Fra Piero, come è cominciata la sua storia?
Ci sono dei fatti che restano e mi ritornano in mente. Una delle cose che per me è stata importante è stato fare il servizio da chierichetto da bambino nella mia Parrocchia, a Jesolo, in provincia di Venezia. È stato il mio primo approccio alla liturgia e al sacro. Qualche anno dopo, dopo un periodo di lontananza dalla vita parrocchiale, a Parma, assieme alla mia famiglia, ho cominciato a frequentare la Fraternità francescana di Betania, una casa di frati e di suore che ospitava famiglie. Lì ho vissuto qualche Pasqua molto intensa e ho conosciuto la dimensione della preghiera. Erano gli anni del liceo e ho cominciato ad interrogarmi su quale fosse la mia vocazione. Ho iniziato gli studi di giurisprudenza, materia nella quale mi sono poi laureato.
La scelta dei Carmelitani quando è arrivata?
Mentre studiavo un mio amico mi ha accompagnato alla comunità dei Padri Carmelitani di Treviso. Li ho cominciato a frequentare il corso di catechesi delle dieci parole, dei dieci comandamenti. Lì ho approfondito meglio il sapore antico della vocazione, guidato da un accompagnamento spirituale e da una comunità di giovani. E da lì è iniziato il mio percorso di inserimento. Ho fatto una prima esperienza a Treviso di un anno e mezzo e poi mi sono trasferito a Trento dove ho fatto un anno di postulandato e uno di noviziato. La mia professione religiosa è avvenuta a Verona nel 2017.
Cosa è che ti fa scegliere di diventare sacerdote oggi?
È la risposta ad una chiamata e a un incontro col Signore al quale conoscendo ho avuto il desiderio di corrispondere mettendo a servizio la mia vita e pensando di poter far conoscere questo amore che ho conosciuto anche agli altri in un tempo difficile come questo. Ho seguito un fascino e una bellezza.
Quali saranno le attenzioni pastorali?
Molti dipenderà dalla casa a cui sarò assegnato. A me piacerebbe poter lavorare nell’ambito della pastorale giovanile. Aiutando i ragazzi a vivere la spiritualità che ho vissuto io, di approfondimento e purificazione della propria fede. Lavorando quindi nella catechesi e nel discernimento vocazionale.
Ha un Santo che le è particolarmente caro?
Io essendo veneto ho una particolare predilezione per Papa Luciani, Giovanni Paolo I. È stato Patriarca di Venezia e l’ho sempre apprezzato come un pastore molto umile, capace di farsi capire e di essere semplice. È una figura con la quale sento una particolare vicinanza spirituale. Mi è sempre piaciuta la sua modestia, ma al tempo stesso la sua profondità, e la letizia cristiana che sapeva trasmettere.
Ha un versetto della Sacra Scrittura di riferimento?
Il Salmo 16 (15): “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi, è magnifica la mia eredità”. Interpreta un po’ dove sono oggi e dove sarò nel futuro.