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Brescia
di REDAZIONE 02 lug 2018 14:57

Un rifugiato a casa mia

Anche Caritas diocesana ha aderito al progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia”: il 27 giugno è arrivata una famiglia di eritrei formata da una mamma, un papà e quattro figli minori che viene ospitata in un appartamento della parrocchia di Santa Giulia del Villaggio Prealpino. La famiglia viene accolta e seguita dai volontari, sostenuti e affiancati dagli operatori della Cooperativa Kemay

Il 12 gennaio 2017 la Cei insieme alla Comunità di Sant’Egidio ha siglato il protocollo di intesa con il Governo italiano per l’apertura di un Corridoio Umanitario dall’Etiopia, il secondo Paese per numero di rifugiati in Africa (oltre 850mila persone). Di fronte alla drammatica situazione che spinge migliaia di persone a cercare salvezza attraversando prima il deserto e poi il Mar Mediterraneo in condizioni di grave rischio per sé e le proprie famiglie, la Chiesa italiana ha voluto dare un segnale per proporre soluzioni concrete. Il protocollo prevede l’ingresso legale e sicuro di 500 persone di nazionalità Eritrea, Somala e Sud Sudanese ospitate in campi profughi in Etiopia in condizione di grave vulnerabilità materiale ed esistenziale. La Chiesa Italiana si impegna nella realizzazione del progetto facendosene interamente carico, grazie ai fondi dell’8x1000,senza quindi alcun onere per lo Stato italiano. La Caritas Italiana e la fondazione Migrantes garantiranno un adeguato processo di integrazione dei beneficiari nella società italiana. Giunti in Italia, i beneficiari inizieranno la procedura per la richiesta di Protezione Internazionale, come fanno normalmente i profughi che giungono sulle nostre coste. L’obiettivo principale di questo progetto è quello di evitare le morti in mare, il traffico di esseri umani. L’accoglienza dei beneficiari è inserita nel progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia” che si connota per l’esperienza comunitaria e per la presenza di famiglie tutor, ovvero di persone che si rendono disponibili ad accompagnare i rifugiati nel percorso di integrazione.

Anche Caritas diocesana di Brescia ha aderito al progetto “Protetto. Rifugiato a casa mia”: il 27 giugno è arrivata una famiglia di eritrei formata da una mamma, un papà e quattro figli minori che viene ospitata in un appartamento della parrocchia di Santa Giulia del Villaggio Prealpino. La famiglia verrà accolta e seguita dai volontari, sostenuti e affiancati dagli operatori della Cooperativa Kemay.

REDAZIONE 02 lug 2018 14:57