Un processo per verificare la santità
Domenica 11 alle 18 la Messa presieduta dal Vescovo e l’apertura del processo diocesano sulla vita e le virtù del servo di Dio don Silvio Galli
L’11 ottobre 2020 si apre ufficialmente, nel Duomo di Chiari, la fase diocesana della Causa di Beatificazione del Servo di Dio don Silvio Galli, Salesiano di Don Bosco, sacerdote, nato il 10 settembre 1927 a Palazzolo Milanese (Milano) e morto proprio a Chiari (Brescia) – presso la casa salesiana “San Bernardino” dove aveva trascorso la maggior parte della sua vita religiosa – il 12 giugno 2012. Dopo gli atti preliminari che sono culminati nella presentazione al Vescovo di Brescia del “Supplice Libello”, nel parere favorevole della Conferenza Episcopale Lombarda (5 luglio 2019) e nel Nulla Osta della Santa Sede (20 febbraio 2020), l’iter entra ora nel vivo. Ha così inizio quell’articolato percorso di discernimento tramite cui la Chiesa Cattolica intende accertare se un suo battezzato, vissuto e morto lasciando testimonianza di una vita evangelica esemplare, sia davvero santo. Nel caso di don Silvio Galli servirà dapprima dimostrare le virtù eroiche e la fama di santità e di segni: traguardo che, una volta raggiunto, permetterà di definirlo Venerabile Servo di Dio; poi la Causa potrà procedere verso la Beatificazione (per la quale serve un miracolo attribuito all’intercessione di don Galli e avvenuto dopo la morte) e l’auspicata Canonizzazione (che esige un secondo miracolo, attribuito all’intercessione di don Galli e avvenuto dopo la Beatificazione). Don Silvio Galli potrà allora essere chiamato “santo”. Ciascuna tappa si suddivide, poi, in fasi diverse: fasi diocesane per la raccolta delle prove testificali (le deposizioni dei testimoni) e documentali; fasi romane per lo studio di tali prove e il riconoscimento delle virtù eroiche o dei miracoli. In diocesi, la Postulazione si interfaccia con il Vescovo; a Roma, direttamente con la Congregazione delle Cause dei Santi. L’11 ottobre la Causa comincia dunque con la fase diocesana sulle virtù e la fama di santità e segni: si costituisce il Tribunale che tratterà la Causa a nome del Vescovo di Brescia ed è formato da un Delegato episcopale, da un Promotore di giustizia che vigila sul rispetto della normativa canonica, da un Notaio attuario che verbalizza. Nei mesi successivi si chiederà a persone che abbiano conosciuto don Silvio Galli di ricostruirne la vita, gli atteggiamenti, le parole; di raccontare le pagine di Vangelo da lui incarnate; di ricordarne la carità, lo spirito di preghiera, il bene fatto nella sua articolatissima cerchia di conoscenze, amicizie, rapporti... È una tappa fondamentale, che affianca ai documenti la parola viva di molti che lo hanno conosciuto e a cui verrà chiesto ora di deporre rispondendo a un’articolata serie di domande sulla vita del Servo di Dio, ciascuna virtù teologale e cardinale, l’umiltà e i consigli evangelici, eventuali fenomeni mistici, l’evolversi inoltre della fama di santità in vita, al momento della morte e dalla morte ai nostri giorni, nonché le grazie. Prima della celebrazione Eucaristica il Vescovo diocesano Mons. Pierantonio Tremolada procede all’Apertura ufficiale dell’Inchiesta Diocesana della Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio don Silvio Galli (1927-2012), Sacerdote Professo della Pia Società di san Francesco di Sales, con l’insediamento dei membri del Tribunale (don Antonio Lanzoni, delegato episcopale; don Carlo Lazzaroni, promotore di giustizia; don Claudio Boldini, notaio), il loro giuramento e quello del Postulatore, don Pierlugi Cameroni.