Un'oasi di silenzio
Il nuovo rettore delle Grazie, don Claudio Zanardini, alla vigilia della festa dell’Immacolata parla dell’attualità e delle prospettive del Santuario
L’ascolto della Parola, la confessione e la celebrazione sono comuni a tutti i santuari, ma ogni luogo con la sua storia e con la sua devozione popolare è unico. E il santuario delle Grazie non è da meno: è, infatti, molto caro ai bresciani e ai tanti che ogni settimana si recano in visita per partecipare alle celebrazioni o per trovare un po’ di conforto spirituale. “Il santuario a caratteristica locale – racconta il nuovo rettore, don Claudio Zanardini – sta assumendo un tono extradiocesano grazie alla memoria di Paolo VI che cerchiamo di potenziare. Continuiamo una giusta venerazione della Madonna e coltiviamo la memoria del legame profondo tra Paolo VI e il santuario. Montini ha maturato la sua vocazione sacerdotale nel percorso da casa al santuario e dal santuario a casa. Il santuario delle Grazie, oggi, è il santuario dei due sì: il sì di Maria al Signore e il sì di Paolo VI con la sua vocazione. Questa potrebbe essere una bella caratteristica da valorizzare”. Senza dimenticare che “l’interesse della Madonna nella vita del cristiano è di portarci a Cristo. E Paolo VI ha avuto una spiritualità cristocentrica. Ricordiamo, a questo proposito, la sua preghiera: ‘Tu, Cristo, ci sei necessario’”.
Spazio di preghiera. Sono tanti anche i giovani che si avvicinano. “Venire al santuario delle Grazie vuol dire incontrare due testimoni: Maria venerata da secoli in questo luogo di preghiera e San Paolo VI. Chi arriva deve sentirsi accolto e deve lasciarsi coinvolgere in un cammino di spiritualità”. Tra le proposte, ci sono l’esperienza dell’adorazione eucaristica il giovedì dalle 10.30 alle 12 e dalle 16.30 alle 17.30 e i venerdì di preghiera con il Vescovo: “Abbiamo l’adorazione eucaristica e momenti che permettono di respirare un’aria di spiritualità nella città. È significativo che il Vescovo abbia scelto il santuario delle Grazie per i venerdì di preghiera con l’Ora Decima”.
Spazio di ascolto. Il cuore degli uomini ha bisogno di essere ascoltato e purificato. “Non sapevo che ci fosse un afflusso così importante di persone che vengono a cercare un colloquio spirituale attraverso la confessione e la richiesta di perdono. Sono molti, diversamente da quello che si pensa, gli uomini e i giovani che frequentano il santuario per le confessioni. Aumentando i pellegrinaggi, vorremmo arrivare a proporre ai gruppi di poter vivere un pomeriggio (e quando saremo più attrezzati per l’accoglienza anche una giornata intera) dove aiutiamo e garantiamo la possibilità di una celebrazione penitenziale”.
Spazio di silenzio. Le caratteristiche pastorali dei santuari si concentrano sulla confessione e sull’eucaristia. “Vorrei che diventasse un’oasi di silenzio, sfruttando alcuni ambienti, nella quale una persona può trovare uno spazio dove raccogliersi, non necessariamente in chiesa, in santuario o in basilica. Pur essendo incastonato nella città, la parte interna con il giardino è molto silenziosa”.