Un Giubileo per le Sante Croci
Dal 28 febbraio al 14 settembre per ricordare i 500 anni della Compagnia dei Custodi. Mons. Tremolada: "Un momento importante nel cammino della nostra Chiesa, un momento di grazia, un’occasione in cui sarà possibile fare esperienza della Grazia di Dio". Ieri, nel salone dei Vescovi la presentazione.
“Il Giubileo è un momento importante nel cammino della nostra Chiesa, un momento di grazia, un’occasione in cui sarà possibile fare esperienza della Grazia di Dio”. Con queste parole il vescovo Tremolada ha presentato nel salone dei vescovi il Giubileo della Sante Croci che papa Francesco ha concesso a Brescia in occasione dei 500 anni della nascita della Compagnia dei Custodi delle Sante Croci e che si aprirà solennemente il prossimo 28 febbraio.
Era il 3 marzo del 1520 quando con la concessione di una sovvenzione a una confraternita che si occupava della cura e della custodia della reliquia della Santa Croce a cui fu appeso Gesù Cristo, del reliquiario, un prezioso tabernacolo realizzato nel 1477, in cui la stessa reliquia era conservata, della Croce da campo realizzata nel XIII secolo, nasceva ufficialmente la Compagnia dei custodi di un tesoro che, arricchito nei secoli da altre preziose donazioni (sul piano della fede e della devozione più che su quello materiale), aveva il suo punto di riferimento nella Croce.
E proprio di questo legame inscindibile con la croce ha parlato anche il Vescovo. “Non bisogna poi dimenticare – ha ricordato ancora mons. Tremolada – che quello che il Papa ha concesso è un Giubileo che si lega al mistero della croce, che consente di comprendere appieno il senso della grazia”. La croce, sono state le altre riflessioni del Vescovo, è il segno della misericordia di Dio per l’umanità, “che si è attuata nella figura di Gesù, nel dono della sua vita per noi, nella vittoria sulla morte attraverso la risurrezione, della manifestazione della potenza di vita e di amore che è lo spirito santo. La sorgente della grazia di Dio per noi è la croce di Cristo che non è simbolo di sofferenza, ma di amore, un amore che arriva sino alla sofferenza estrema, il dono della vita”.
Il Giubileo che Brescia vivrà dal 28 febbraio al 14 settembre prossimo deve diventare, questo è il desiderio di mons. Tremolada, un tempo nel quale le comunità e la Chiesa bresciana possano cogliere pienamente il senso del mistero della Croce, in quest’anno poi posto in relazione a quello dell’eucaristia a cui è stata dedicata la lettera pastorale “Nutriti della bellezza”.
Sarà lo stesso vescovo Tremoalda ha presiedere l’ apertura del Giubileo straordinario con una celebrazione che si snoderà tra la Cattedrale e il Duomo vecchio, che ospita la cappella in cui è custodito il Tesoro delle Sante Croci. Nella prima parte della celebrazione, con la liturgia della Parola, si terrà in Cattedrale. Da qui i partecipanti muoveranno verso il Duomo Vecchio per l’ostensione e un momento di adorazione davanti all’altare della Cappella che conserva il tesoro delle Sante Croci, La celebrazione si chiuderà con la benedizione del Vescovo.
La chiusura del Giubileo, invece, si terrà il 14 settembre, solennità dell’Esaltazione della Santa Croce (una delle due occasioni nel corso dell’anno in cui il Tesoro viene esposto al pubblico). Alle 18 mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, presiederà la Santa Messa in Cattedrale. Alle 19, poi, un momento di adorazione della Santa Croce a cui seguiranno, alle 20, i Vespri e la processione. Per tutta la durata del Giubileo in Duomo vecchio, che sarà meta dei pellegrinaggi giubilari si celebreranno Sante Messe alle 8, 9 e 18 (giorni feriali) e alle 8.30, 10, 11, 12 e 18.30 (domenica e festività).
Nei mesi scorsi un comitato appositamente costituito ha pensato a tutti gli aspetti organizzativi del Giubileo e a una serie di strumenti per permettere ai pellegrini, in gruppo o come singoli, di vivere al meglio l’esperienza giubilare. Tutti i sussidi sono presentati in modo dettagliato, così come le altre proposte pensate per il tempo del Giubileo, sul numero di questa settimana de “La Voce del Popolo”.