Un’abbazia e le sue acque (sec. XVIII)
Lo schizzo riportato in questa immagine tratteggia il possedimento dell’Abbazia di Coniolo nel corso del secolo XVIII. La storia multiforme di questa abbazia è paradigmatica delle traversie dei possedimenti ecclesiastici nel corso dei secoli. Antichissima fondazione di Canonici regolari sin dal secolo XII, passa nel secolo XV come commenda di patrizi veneziani fra cui, successivamente, anche il celebre letterato Pietro Bembo. Subì anche un incendio e solo nel secolo XVIII entrò a far parte dei beni della mensa comune del Capitolo della Cattedrale, al quale rimase in proprietà ben poco, subendo la soppressione del Governo provvisorio del 1797 che lo destinò al mantenimento del maneggio e dei concerti di musica e teatro. Dopo una breve parentesi austro-russa nel 1799, tornò di proprietà del Teatro Grande nel 1802.
Si noti come lo schizzo mette in evidenza soprattutto il reticolo delle acque di quel territorio: il fiume, i vasi, le bocche, le seriole e il mulino che delle acque faceva uso per la macinazione del grano. È annotata anche la presenza della chiesa di S. Maria dello Spasimo di Pompiano.
[Già Mensa vescovile, 137/2, ora Capitolo della Cattedrale]