Testimoniare Dio in corsia
Biologa e insegnante, madre Maria Oliva è arrivata a Brescia 25 anni fa. Originaria della provincia di Salerno, ha conosciuto le Ancelle della Carità quando accompagnò la madre, al Civile, per un “viaggio della speranza”. Dieci anni dopo la morte della mamma, entrò in convento. Dopo la prima professione iniziò il suo percorso lavorativo come biologa in ambulatorio alla Poliambulanza. Nel tempo ha collaborato nella cappellania dell’Ospedale e nel 2012 ha iniziato il suo servizio come superiora della comunità alla Domus; nel 2017 è stata stata nominata vicaria generale ma continua a essere rappresentante di struttura della casa. Oggi in Domus ci sono 11 religiose, la madre responsabile è suor Rosalba Ferraresi; suor Giusy Stevanin, medico, e suor Rosalba, infermiera, praticano ancora a pieno ritmo l’assistenza. Domus Salutis e Nuova genesi a Brescia, Ancelle della Carità a Cremona e San Clemente a Mantova sono le quattro strutture sanitarie che fanno capo alla Congregazione delle Ancelle della Carità, giuridicamente riunite nella Fondazione Teresa Camplani dal nome della prima vicaria di Santa Maria Crocifissa (1813-1855). Nei mesi della pandemia hanno toccato con mano le sofferenze e le solitudini delle persone e hanno “rivisitato”, 150 anni dopo, l’opera di Maria Crocifissa con i malati di colera. Non si sono risparmiate e hanno messo in campo quella straordinaria amorevole cura di cui sono capaci sull’esempio di Cristo e rinfrancate dalle parole di Crocifissa: “Non perderti mai di spirito, ma tutto spera da quella divina bontà che ti chiamò a seguirlo”. Il logo scelto dalla Fondazione è significativo: un cerchio con al centro la croce. Il cerchio descrive il mondo nella globalità delle molteplici situazioni di fragilità: in questa circolarità di umani appelli e risposte la Fondazione vuole operare. La Croce, al centro, rappresenta Gesù, cuore del mondo, ispiratore e fondamento di tutte le diverse e complementari attività offerte. Il disegno è composto da mattoni con misure, forme e colori differenti: il bene comune, perseguito dalla Fondazione, scaturisce dalla collaborazione dei diversi soggetti. Il cerchio non è chiuso: la Fondazione (il presidente del Cda è Alessandro Masetti Zannini, mentre il consigliere delegato è Fabio Russo) si propone come luogo capace di accogliere.
Madre Maria Oliva, nei luoghi della sofferenza è importante avere accanto qualcuno che si fa compagno di strada.
L’accompagnamento spirituale è fondamentale perché completa l’assistenza infermieristica e di cura. L’uomo ha bisogno di essere ascoltato. Lo vediamo continuamente in tutte e quattro le nostre strutture. La nostra Santa parlava di assistenza integrale alla persona: corpo, anima e spirito. Maria Crocifissa nel 1840 ha riformato l’assistenza infermieristica. E noi lì dove siamo cerchiamo di rendere concreto questo messaggio che poi non è altro che il nostro carisma.
L’emergenza sanitaria ha rivelato le fragilità, ma anche i bisogni primari dell’essere umano.
Con il periodo del Covid abbiamo sperimentato quanto è preziosa la presenza dell’altro. In Domus abbiamo fatto esperienza dell’assistenza al malato Covid; abbiamo messo a disposizione 75 posti letto (a questi se ne aggiungono 34 a Cremona e a 16 a Mantova). Le sorelle che hanno accostato i malati possono testimoniare l’importanza del loro lavoro. A volte si fermavano sulla soglia della porta soltanto per salutare gli ammalati.
La vostra presenza era letta dagli ospiti con: “Non siamo soli, c’è qualcuno che ci sostiene...”.
Si faceva quello che si poteva. A volte con la presenza fisica a volte con quella verbale. Tutte le sere con il rosario serale accompagnavamo le persone, anche al telefono. Oggi stiamo sostenendo ancora le persone che stanno facendo la riabilitazione dopo il Covid. Hanno i postumi della malattia: problemi neuromotori e psicologici, e difficoltà respiratorie... Sono emerse molte preoccupazioni. In molti hanno paura della morte. Queste paure possono essere affrontate solo attraverso una relazione di aiuto.
In questi mesi ha avuto modo di rileggere la propria vita?
Ho scoperto che Dio è ancora più vicino. Ho capito il dono prezioso della mia vocazione. Con la nostra presenza possiamo aiutare l’altro e riuscire a trasmettere Dio. Tutte le volte che giravo tra le stanze, i pazienti mi chiedevano di passare di più: “Vederla per noi è un sollievo, perché è la prova che Dio c’è con il suo messaggio di salvezza”. Niente è scontato, ma tutto è dono. Ogni giorno Dio ci raggiunge nel quotidiano e noi ci santifichiamo vivendo proprio il nostro quotidiano.
Il modello da seguire è chiaro...
A 23 anni questa ragazza (Maria Crocifissa, nda) così giovane si è lasciata rinchiudere dentro il lazzaretto per aiutare i colerosi. Ha avuto un grande coraggio. In un periodo complicato come questo, rileggere la vita della nostra santa ha donato forza a tutte. Le sorelle più anziane, piangendo, mi dicevano: “Madre, peccato che non possiamo più andare nei reparti a dare il nostro contributo...”.
L’istituzione della Fondazione ha aiutato le Ancelle a continuare la loro vocazione nella sanità
La Fondazione è nata per riunire insieme alla Domus e alla Nuova Genesi, scongiurando il rischio chiusura, le strutture più piccole di Cremona e di Mantova. Nel Cda sono rappresentate le tre Diocesi. Le Case di Cura sono specializzate in attività ambulatoriali e di ricovero e nella riabilitazione. Parliamo di strutture sanitarie cattoliche non profit: i guadagni vengono reinvestiti. Abbiamo il desiderio di continuare a fare del bene. La mancanza di vocazioni non ci permette di essere presenti ovunque, ma con la Fondazione facciamo in modo che le attività di cura e di assistenza rispondano sempre al nostro carisma.