Tempo di Quarant’ore (1798)
Le giornate delle Quarant’ore sono sempre state un grande evento per la vita di una comunità del tempo passato. Sono un periodo in cui si pratica in modo continuativo l’adorazione del SS. Sacramento solennemente esposto. L’intervallo delle 40 ore è appunto il tempo trascorso tra la morte di Cristo nel Venerdì Santo e la sua resurrezione la domenica di Pasqua. La grandiosità delle cosiddette “macchine”. cioè le costruzioni lignee che venivano montate sull’altare maggiore, esprime molto bene il senso di solennità e magnificenza dell’evento.
E così, in questo documento, troviamo le indicazioni pratiche di come venivano organizzate queste giornate così speciali: si regolano i turni di adorazione, tenendo separati donne e uomini: tra le donne ci sono le appartenenti alla Compagnia di S. Orsola e le Terziarie Francescane, le orfanelle della Pietà, le “putte” dell’Ospedale Maggiore e quelle della Casa di Dio più le donne delle varie parrocchie. Tra gli uomini, si contavano, oltre ai parrocchiani e agli appartenenti dei vari ordini religiosi della città, gli orfanelli della Misericordia e i putti della Casa di Dio. Non poteva mancare poi la Congrega della Carità Apostolica, istituzione benemerita della città.
Il tutto doveva essere fatto, come viene raccomandato, “con la maggiore compunzione che sia possibile”.
[Carte ad annum, busta 34, anno 1798]