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Istambul
di ELISA GARATTI 18 giu 2024 22:13

Mons. Tremolada: con Paolo annunciando il Vangelo

Da Ankara a Istanbul: si è concluso oggi il pellegrinaggio di più di 1.700 chilometri in Turchia, sulle tracce di San Paolo, che ha coinvolto un'ottantina di pellegrini bresciani e non solo. 

Prima della partenza, il vescovo Tremolada, nella S. Messa celebrata a Istanbul, ha concluso il suo racconto, iniziato il primo giorno di pellegrinaggio, sul santo che ebbe il compito di evangelizzare la terra turca. "Il percorso sviluppato durante questo pellegrinaggio, si conclude oggi con uno dei testi più belli di tutto il Nuovo Testamento: il discorso di addio che Paolo rivolge agli anziani di Efeso".

"San Paolo intende raggiungere Gerusalemme, nonostante sia consapevole che, in quella città, non sarebbe stato al sicuro, potendo incappare nelle persecuzioni. Infatti, verrà arrestato. Prima di arrivare, convoca gli anziani a Mileto, gli stessi ai quali aveva affidato la comunità (Paolo si comportava sempre così: fondata una chiesa, costituiva una nuova comunità e agli anziani lasciava il compito di guidarla; poi proseguiva in un'altra città). Questo è l'ultimo discorso di Paolo, lui stesso dice: 'Probabilmente non mi vedrete più'. Gli anziani sono molto commossi: l'idea di non vederlo più li rattrista profondamente, così lo baciano e lo salutano prima di riprendere la nave".

Nel discorso di San Paolo, rivolto a persone con le quali lui, per diverso tempo, ha condiviso l'esperienza della fede in Gesù, "si ritrova tutto quello che abbiamo cercato di dire in questi giorni. C'è una frase, in particolare, che riassume il senso di tutto: 'Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi ha affidato il Signore Gesù, quello cioè di dare testimonianza al Vangelo della grazia di Dio. La mia vita non è importante, l'unica cosa che io desidero è di essere e di rendere onore al mio servizio, compiere il servizio che mi è stato affidato da Gesù che ho riconosciuto essere il Signore: questo servizio consiste nel dare testimonianza del Vangelo della grazia di Dio”.

Questa esperienza di grazia,  che diventa possibile a coloro che credono, è ciò che muove la vita di Paolo. “Questo è ciò che a me preme, questo è ciò che ho voluto fare nel tempo in cui siamo stati insieme: l'unico mio desiderio è darvi testimonianza del Vangelo della grazia di Dio” ha sottolineato il vescovo.

Per essere dei veri testimoni, occorre che la vita assuma una certa forma. "Sono due, in particolare, le caratteristiche di questa testimonianza o della vita che è capace di dare testimonianza della grazia di Dio. Anzitutto, il coraggio di affrontare anche la sofferenza e di affrontare le prove", anche quelle più pericolose e difficili, come le persecuzioni. "La seconda caratteristica è l'onestà nel comportamento, la rettitudine. C’è più gioia nel dare che nel ricevere, un dono fatto senza pretendere nulla in cambio. Questo donare rappresenta la regola della vita di ogni vero apostolo del Vangelo".

Mons. Tremolada è poi tornato sull'esperienza sulla via di Damasco. "Lui che era il persecutore è stato raggiunto dal perseguitato non per vendicarsi, ma per dargli la possibilità di riscattarsi da una vita che lo stava distruggendo. Questa esperienza di grazia diventa la ragione della sua vita. 'Non considero importante la mia vita – dice in questo discorso – purché io porti a compimento il servizio che mi è stato conferito, quello di rendere testimonianza al Vangelo della grazia di Dio'".

Ecco perchè, al termine della celebrazione, il vescovo ha chiesto a San Paolo "di poter essere anche noi capaci di intuire la grandezza e la bellezza della nostra fede. Invochiamolo perché ci aiuti a testimoniare ciò che abbiamo ricevuto". 

I pellegrini, prima di ritornare in Italia, hanno visitato la Basilica di Santa Sofia e la Moschea Blu di Istanbul.

ELISA GARATTI 18 giu 2024 22:13