Scriviamo a voi, cari giovani
Scriviamo “a voi, giovani, perché siete forti, e la parola di Dio dimora in voi e avete vinto il maligno” (1Gv 2,14). Scriviamo a voi, giovani delle Chiese che camminano sotto il cielo di Lombardia, con la gioia del ricordo di quel 6 novembre dell’anno scorso: nel Duomo di Milano, bellezza e vigore del popolo di Dio, noi successori degli apostoli del Signore Gesù e voi giovani, suoi discepoli preziosi, da Lui convocati insieme ad ascoltare la sua parola che scalda il cuore e impegna alla missione. E, quasi estensione della mensa della parola e del pane, lo Spirito della comunione collocava quei tavoli: che forza quel segno! Ha toccato i cuori, ha ridestato speranze infiacchite, ha varcato i confini della Chiesa.
A quei tavoli ci siamo seduti, insieme, avvertendo che non si ascolta veramente la Parola se non ci si ascolta, osando la reciprocità dell’amore, la condivisione della medesima passione, il trafficare esperienze e letture, desideri e visioni e progetti, il camminare insieme verso scelte coraggiose di fraternità e missione. Con voi abbiamo avvertito la forza di quel segno; con voi desideriamo che il sogno, il sogno di Dio prenda corpo, ancora lasciandoci accarezzare dall’esortazione di papa Francesco: “Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo! Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza” (Christus vivit 1-2).
Allora nessuno rimuova quei tavoli, in ogni nostra cattedrale, nei passi di Vangelo che le nostre Chiese stanno facendo. Torniamo a sederci, insieme. Senza indugio ritroviamoci in cinque commissioni regionali, ciascuna formata da alcuni di voi, da un vescovo, da un rappresentante degli oratori lombardi, da un esperto che aiuti a comprendere l’edificarsi e il muoversi della Chiesa nell’oggi di questo cambiamento d’epoca. Continuiamo così quel confronto tanto promettente: su vocazione e lavoro, riti, affetti, intercultura, ecologia. Ciascuna commissione si impegnerà in una rilettura pastorale dei verbali del 6 novembre scorso, cercherà di prospettare itinerari per una crescita nella fede e nella missione, abbozzerà linee regionali di pastorale giovanile che favoriscano ulteriori confronti e passi di Chiesa nelle realtà locali.
Torniamo a quei tavoli, così stretti alla mensa della parola e del pane, perché lì soffia lo Spirito, lì è Pentecoste: “I vostri giovani avranno visioni, i vostri anziani faranno dei sogni” (At 2,17). Scriviamo a voi giovani perché siete forti e dimora in voi la parola di Gesù che domanda a voi e a tutti “Che cosa cercate?” (Gv 1,38): con voi ci sediamo, …le visioni, i sogni intorno a vocazione e lavoro. Scriviamo voi giovani perché siete forti e dimora in voi la parola che Gesù canta al Padre entrando nel mondo, allora e oggi: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora io ho detto: Ecco, io vengo – poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà” (Eb 10,5-7): con voi ci sediamo, …le visioni, i sogni intorno ai riti. Scriviamo a voi, giovani, perché siete forti e dimora in voi la parola che Gesù, lavandoci ancora i piedi, ci consegna come vita nuova: “Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12): con voi ci sediamo, …le visioni, i sogni intorno agli affetti. Scriviamo a voi, giovani, perché siete forti e dimora in voi la parola che ricorda e profetizza l’abbraccio universale di Gesù, lui che attira tutti a sé, lui che muore «per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11,52): con voi ci sediamo, …le visioni, i sogni intorno all’intercultura. Scriviamo a voi, giovani, perché siete forti e dimora in voi la parola di Gesù che invita i suoi discepoli alla contemplazione e alla cura della casa comune: “Guardate gli uccelli del cielo […]. Osservate come crescono i gigli del campo” (Mt 6,26.28): con voi ci sediamo, …le visioni, i sogni intorno all’ecologia. Senza le vostre visioni, come potremmo ancora sognare? Senza le vostre visioni, come potrebbe la Chiesa sognare secondo il sogno stesso di Dio?